15 giugno 2005

Operazione Foibe - Tra storia e mito

Da Maurizio Fatarella - ARCI LUCCA

Operazione Foibe
Tra storia e mito
di Claudia Cernigoi



Lo studio di Claudia Cernigoi vuole fare chiarezza sulla storia delle nostre terre, vuole rendere giustizia ai morti di tutte le parti, finora strumentalizzati a scopo di propaganda; vuole mettere fine a quella continua creazione di elementi di tensione politica in un’area di confine delicata come la nostra e, oltretutto, potrebbe servire a liberare finalmente anche gli Sloveni e la sinistra da quel senso di colpa che si portano dietro come “infoibatori”, accusa che viene loro mossa incessantemente da sessant’anni senza che d’altra parte si tenga minimamente conto dei vent’anni di dominio fascista e snazionalizzazione forzata subita dai popoli “non italiani” e dei successivi anni di guerra con massacri feroci perpetrati contro le popolazione dell’Istria, della Slovenia e di tutta quell’area che viene chiamata Venezia Giulia.

“Il libro di Claudia Cernigoi, Operazione Foibe. Tra storia e mito (Kappa Vu Edizioni), arricchito con documentazione in parte inedita, pone il discorso sulle foibe nei dovuti limiti storiografici. Non pensiamo che tutto questo basterà a tacitare la propaganda antipartigiana che continua con toni sempre più violenti, anche da parte di alcuni autori ritenuti fino a qualche tempo fa vicini alle tematiche della Resistenza. Vorremmo però che almeno gli studiosi che agiscono nell’ambito degli Istituti storici del Movimento di Liberazione, nel parlare di questo libro lo facciano con il dovuto rispetto storiografico, tenendo conto della documentazione presentata” (Alessandra Kersevan)

“Questa seconda edizione del libro era quanto mai necessaria perché ci aiuta a comprendere più a fondo cosa sia stato il fenomeno delle foibe e come esso sia stato usato e strumentalizzato. In questi sette anni (il tempo trascorso dalla prima edizione del libro) l’autrice ha approfondito la sua conoscenza della questione con ricerche in archivi italiani ed esteri, seguendo attentamente gli sviluppi della campagna propagandistica sull’argomento. Ha cioè fatto quello che ogni storico che si rispetti dovrebbe fare prima di lanciare giudizi” (Sandi Volk)

Claudia Cernigoi è nata a Trieste nel 1959. Giornalista pubblicista dal 1981, ha collaborato alle prime radio libere triestine e oggi dirige il periodico “la Nuova Alabarda” (il sito è www.nuovaalabarda.tk). Ha iniziato ad occuparsi di storia della seconda guerra mondiale nel 1996, e nel 1997 ha pubblicato per la Kappa Vu il suo primo studio sulle foibe, Operazione foibe a Trieste. In seguito ha curato una serie di dossier (pubblicati come supplemento alla “Nuova Alabarda”) su argomenti storici riguardanti la seconda guerra mondiale e sulla strategia della tensione. Nel 2002, assieme al veneziano Mario Coglitore, ha pubblicato La memoria tradita, sull’evoluzione del fascismo nel dopoguerra (ed. Zeroincondotta di Milano).


Info: Mauro Daltin – Ufficio Stampa Kappa Vu Edizioni
Tel: 0432530540
info@kappavu.it

Recensione pubblicata sul sito dei Wu Ming: http://www.wumingfoundation.com

Claudia Cernigoi, Operazione "Foibe" tra storia e mito, Kappa Vu, Udine 2005, pagg. 300, euro 16,00

http://www.resistenzastorica.it, http://www.kappavu.it, info@kappavu.it


Un libro fon-da-men-ta-le, che deve circolare, che va diffuso con ogni mezzo necessario e letto dal maggior numero di persone possibile. La lettura spalanca il mondo davanti agli occhi. Questo saggio è uno strumento di lotta, è un'ascia di guerra dissepolta, alfine.
Claudia Cernigoi, dopo anni di ricerche, ha riscritto e ampliato la sua opera del '97, Operazione "Foibe" a Trieste. Ora il libro parla anche dell'Istria e si chiama Operazione "Foibe" tra storia e mito, lo ha pubblicato la Kappa Vu di Udine nella collana "Resistenza storica". Trecento pagine fitte e documentatissime, costa sedici euro e sono ben spesi. Mooolto ben spesi.

Cernigoi ha passato a pettine tutti gli archivi consultabili di qua e di là del confine. Il suo libro smantella con rara e lucida spietatezza le dicerie, le falsificazioni, le leggende contemporanee e le buffonate che, modellate dalla propaganda nazionalista sul confine orientale, si sono fatte strada nell'opinione pubblica senza mai essere messe in questione, fino a spingere il Parlamento a istituire una giornata commemorativa. Nel mentre, si è realizzata una fiction campionessa d'ascolti basandosi su fandonie che i vari "foibologi" hanno preso di pacca da Questo è il conto!, opuscolo in lingua italiana diffuso dai nazisti sul Litorale Adriatico, subito dopo i venti giorni del "potere popolare", nel 1943.
Operazione "Foibe" tra storia e mito deve diventare IL testo di riferimento per chi voglia occuparsi di "foibe" in modo scientifico, e non sto parlando di geologi.

Cernigoi dimostra che le liste degli "infoibati" sono state oggetto di pesanti manipolazioni. In quegli elenchi, gli pseudo-storici delle "foibe" (molti dei quali neofascisti: chi proveniente da "Ordine Nuovo", chi coinvolto nel golpe Borghese etc.) hanno infilato tutti i dispersi, compresa gente che nel frattempo era tornata a casa, non con le gambe in avanti o dentro un'urna bensì viva e vegeta. I "foibologi" hanno aggiunto anche i nominativi di partigiani e civili uccisi dai nazifascisti. Come spiega molto bene l'autrice, l'infoibamento fu teorizzato, evocato, minacciato dal nazionalismo italiano fin dall'inizio del secolo, per esser poi messo in pratica durante l'occupazione nazifascista. Va aggiunto che molti nomi di "infoibati" sono doppi o addirittura tripli, sovente la stessa persona figura "infoibata" in posti diversi, e in un caso tre nominativi di presunti "infoibatori" (Malvagi Partigiani Slavo-Comunisti) figurano pure nella lista dei relativi "infoibati"! Della serie: se la cantano e se la ridono.
Una lista in particolare, quella degli "infoibati" (in realtò comprensiva di tutti i dispersi) della provincia di Trieste, dopo attento esame registra una percentuale d'errore superiore al 65%. Su 1458 nomi, ben 961 si rivelano sbagliati!

Tutti gli altri caduti (e nemmeno questi furono tutti "infoibati") erano torturatori della Milizia di Difesa Territoriale o della X Mas, massacratori vari, collaborazionisti, delatori, etc. Di molti di costoro Cernigoi fornisce il cursus honorum, ricavato da documenti e fonti d'epoca. A conti fatti, viene smentita la propaganda sugli ammazzati "solo perché italiani". I motivi erano ben altri. Il "feeling" non era antitaliano, ma antifascista.
Quanto alla soppressione del CLN di Trieste da parte dei "titini", spesso citata come esempio di politica fratricida tra nemici del fascismo, Cernigoi spiega in modo chiaro che - a causa della repressione tedesca - in città si susseguirono ben tre CLN, molto diversi l'uno dall'altro, l'ultimo dei quali composto da loschi figuri di destra, anche ex-X Mas. Col paravento dell'antifascismo, costoro cercavano addirittura alleanze con residui del regime fascista in funzione nazionalista e anti-slava, inoltre preparavano - e in alcuni casi eseguirono - attentati e azioni armate contro i partigiani di Tito. Risulta abbastanza normale che questi ultimi abbiano deciso di arrestarli, portarli a Lubiana e colà processarli.

Per quanto riguarda i finti "infoibati", è particolarmente buffo (si fa per dire) il caso di Remigio Rebez, "il boia di Palmanova", tenente della X Mas e feroce torturatore. Condannato a morte dopo la Liberazione, gode dell'amnistia di Togliatti (o meglio, della sua interpretazione estensiva da parte dei magistrati) e si trasferisce a Napoli, dove muore addirittura nel 1996. La stampa triestina dà notizia del suo decesso, gli dedica distici elegiaci, ma si guarda bene dal dire ai lettori che il suo nome figura sulle liste degli "infoibati" fornite da vari storici di destra come Papo, Pirina etc.

Un altro esempio di chi e cosa si possa trovare in quegli elenchi: viene presentato come "vittima degli slavi" tale Eugenio Serbo, "capitano 57° Rgt. Art. Div., rimpatriato dalla Germania fu catturato dagli Slavi e deportato nei pressi di Lubiana; risulta deceduto il 14/12/44 a Leitmeritz".
Lapidaria, Cernigoi: "Leitmeritz è però il nome tedesco di Litomerice, cittadina che si trova nell'attuale Repubblica Ceca nei pressi di Terezin, praticamente a metà strada tra Praga e Dresda. Ci pare difficile che i non meglio identificato 'Slavi' nominati da Papo siano riusciti a deportare il capitano Serbo a Lubiana e farlo morire nel 1944 in un lager tedesco".

Anche soffiando e gonfiando e gonfiandosi, come la rana che vuol competere col bue, i "foibologi" non sono mai riusciti a presentare elenchi plausibili. L'ammontare complessivo delle "vittime" non superebbe le 500 persone tra Venezia Giulia e Litorale Adriatico. Il resto ("decine di migliaia di vittime" etc.) è fantasy, non c'è nessun riscontro documentale. L'anno scorso il ministro Gasparri parlò addirittura di "milioni di infoibati", ma la verità è che siamo ben lontani da quel "genocidio per mano rossa" cercato disperamente dalla destra per contrapporlo alla Shoah e poter ricorrere al "benaltrismo" ogni volta che si parla di leggi razziali, Salò, stragi etc.
Cernigoi non nega che vi siano state vendette personali ma, ricostruendo il contesto e riportando alla luce materiali d'archivio, dimostra che si trattò di azioni individuali e sporadiche, non certo di una politica di sterminio o "pulizia etnica" da parte dei partigiani jugoslavi.

Altre truffe sono i resoconti degli scavi avvenuti nel dopoguerra, a opera di società speleologiche che stavano alla destra fascista come il negozio di fiori sta al Gruppo TNT. Più ci si allontana nel tempo, più si moltiplicano i morti trovati nella data foiba. Se, putacaso, nel '46 erano otto, si può star sicuri che oggi si dice che erano ottanta, e così via. La stessa foiba di Basovizza, divenuta monumento nazionale e frequente location di picchetti e commemorazioni, è più un oggetto di propaganda che di seri studi storici. Non è stato dimostrato in alcun modo che in fondo a quella cavità carsica sia finito "un numero rilevante di vittime, civili e militari, in maggioranza italiani, uccisi ed ivi fatti precipitare". Alla sola Basovizza, Cernigoi dedica un capitolo che pare la messa in scena di una lunga, macabra pochade.

La "tragedia delle foibe" è una truffa ideologica, e la cosa peggiore è che studiosi come Cernigoi e Sandi Volk (autore di un altro saggio importante e recensituro, Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell'italianità sul confine orientale, Kappa Vu, 2005) sono praticamente i soli a confutarla con gli strumenti della storiografia. La propaganda di destra viene accettata a cresta bassa anche a "sinistra", Bertinotti compreso. Tutt'al più si tratteggia vagamente il contesto, si fanno dei distinguo, gli eredi del PCI se ne chiamano fuori dicendo "Noi coi titini non c'entriamo niente" etc.

Invece andrebbe smantellato tutto, ma proprio tutto, e senza alcun indugio.

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