15 ottobre 2008

TRISTE, SOLITARIO E FINALE di Osvaldo Soriano

nota di Gianni Quilici

La storia sorprende: è un grande sogno pop, dove incontriamo un vecchio Stan Laurel, celebre, ma ignorato sull'orlo della fame, Marlowe povero e imbiancato,un John Wayne muscoloso e borioso,un Chaplin fragile e vigliacco e lo stesso Soriano, giornalista argentino ad Hollywood.

La bellezza del romanzo è nella malinconia, nel malessere, nel vuoto di orizzonti, in cui l'azione da noir poliziesco: cazzottate, sparatorie, inseguimenti, non hanno senso; sono solo un turbinio dietro cui leggiamo il vuoto, di una Hollywood morta.

Osvaldo Soriano. Triste, solitario e finale. Vallecchi.