16 giugno 2010

"Perdersi in Pessoa" di Simona Fazzi






















...Vado a cercarlo..Eccolo. Stà dietro a tutti gli altri. Agosto1998, 30.000 lire. Cazzo! Sicuramente potevo permettermi di spenderli..Adesso.............Ma lasciamo perdere.

....Soffio via la polvere, apro, inizio a leggere le parti sottolineate e c'è in questo un piacere sottile, ritrovare un qualcosa di vissuto e dimenticato. Passa un pò di tempo e mi rendo conto tristemente di come certe cose siano rimaste immutate dentro me nonostante la vita che è transitata, lei in me, io in lei, dodici anni...Leggo e di nuovo quel vecchio disagio...un fastidio.

Lo sento Pessoa, lo sento vero, ma allo stesso tempo cresce il bisogno di "sbugiardarlo", sminuirlo nella sua parte filosofica...Cerco nei suoi pensieri, nelle sue verità qualcosa che le faccia vacillare...che le riduca in macerie. Cerco una crepa, una fessura....cerco dopo un pò l'azzurro estremo alto silenzioso a cui lui sembra aver rinunciato.

CERCO DI TORNARE INDIETRO, all'inizio della storia, del sentiero, ma come Hansel e Gretel anche io non trovo più le bricioline gettate alle spalle per ritrovar la strada..........Eppure c'è chi lo chiama romanzo..e non lo è...doveva avere come caratteristica quella dello svelarsi innocuamente...e non la ha..A questo punto sono confusa.

Perchè la verità che Pessoa magistralmente disegna, quando giorno dopo giorno Soares riporta sulla carta i suoi pensieri,i mi sembra pian piano ma inesorabilmente assumere la forma di un recinto? Perchè lui che parla di libertà mi fa questo brutto effetto?

Sì, è vero, le sue verità sono non consolatorie. E questo mi piace ma al tempo stesso suscitano in me un senso di claustrofobia.

Pessoa mi piace in realtà e soprattutto, quando mi permette per un attimo di tornare a casa...Sembra allora la sua poesia un balsamo..e per puro dispetto, son convinta, la Vita pare attecchire laddove cessa la febbre del pensiero....

" Anche per me è domenica...Anche il mio cuore va in una chiesa che non sa dov'è, e va vestito con un abito di velluto fanciullo, con il volto arrossato dalle prime impressioni, sorridendo senza occhi tristi sopra il colletto molto grande"

..Chiudo...fra un pò di tempo tornerò...Ora no.

Ma un'inquietudine resta...un senso di smarrimento..una paura...un dubbio.

Uomo..di azione

dedito al dovere

borghese

rivoluzionario

Uomo...povero

diavolo

pazzo stratega

contabile confuso

Uomo...animale

essere superiore

d'intelletto ingegno fantasia....

Uomo che ti sogno mentre faccio i conti

con il mistero...

" E LA VITA PASSA COME UNA VELA LONTANA"