29 ottobre 2010

"Il treno come viaggio. Scheggia" di Gianni Quilici

Il treno è viaggio. Scivolare attraverso un paesaggio mutante. Sguardo fuori. Sguardo dentro.

Raccoglimento e sonnolenza. Parole e incontri.

Il viaggio, se non è sempre troppo abitudinario, favorisce i pensieri. Li muove. Li porta fuori. Favorisce la mobilità del pensiero: intuizioni e descrizioni, suggestioni ... Alimenta desideri. Consente poco la concentrazione, i lunghi pensieri. E' simile al viaggio: cangiante.

Il treno è un piccolo universo, un teatro, un palcoscenico, dove nascono, muoiono e, a volte, vivono storie.

Oggi è più un teatro alla Beckett che alla Eduardo De Filippo. Più silenzio, più atomizzazione a meno di vagoni speciali: gli studenti, i tifosi o per altri versi i treni dei pendolari lavoratori.

Poter assemblare nella memoria tutte le volte che, leggendo, vedendo film o foto, il treno ha assurto a protagonista, anche soltanto in una sequenza o in un capitolo!

Immaginare una biografia, una filmografia... Il treno come viaggio, come paesaggio, come fuga, come inseguimento, come duello, come dolore, come tragedia... Il treno come sguardo, come riposo, come incontro, come erotismo, come esotismo...