27 giugno 2011

"Amore" di Inoue Yasushi

di Gianni Quilici


Leggo Amore, tre racconti di Inoue Yasushi (si veda la recensione di Il fucile di caccia http://recensione.blogspot.com/2009/01/il-fucile-da-caccia-di-inoue-yasushi.html ),

Il primo Giardino di rocce a me pare il meno felice. Una giovane coppia di sposi sceglie come meta del viaggio di nozze Kyoto, dove l'uomo aveva trascorso gli anni dal liceo all'università. Egli è desideroso di farle conoscere la città, agli inizi di ottobre quando la natura si trova nel suo massimo splendore. Ed è proprio nell'incantevole giardino di rocce, che l'uomo viene colpito da un ricordo che, profondamente rattristandolo, lo isola dalla giovane sposa. Ricorda, infatti, una storia d'amore finita male, in cui lui aveva, in una certa misura, tradito l'amico di sempre e la donna, che sarà compagna di lui per qualche anno.

Racconto che si chiude troppo rapidamente, lasciando impliciti quei passaggi necessari, perché questa conclusione sia partecipata dal lettore o abbia comunque una risonanza. Yasushi sceglie una sorta di colpo di teatro, che per essere efficace, cioè poetica, come vorrebbe essere, avrebbe dovuto rappresentare qualche “segno” che lo giustificasse.

Molto riuscito, invece, il secondo racconto L'anniversario del matrimonio.

Un uomo è rimasto vedovo e così dopo due anni le persone intorno a lui vorrebbero che si risposasse. Niente da fare. Nonostante non amasse la moglie sente che nessuna donna potrebbe sostituirla. Per una ragione precisa: l'avarizia. “Pur di non spendere inutilmente neppure un centesimo”, infatti lui “correva il rischio di non adempiere ai suoi doveri sociali e da questo punto di vista” lei “non gli era certo da meno. Era così tirchia da lasciare di stucco lo stesso Shunkichi ” Questo è il nome del protagonista.

E questa profonda sintonia, l'avarizia, viene tratteggiata acutamente in un fatto, da lui raccontato, che tanto somiglia -pensa l'uomo- all'amore stesso.

Dopo che l'uomo vince inaspettatamente la bella cifra di diecimila yen e dopo laceranti ripensamenti, i due decidono, per la prima volta da quando sono insieme, di concedersi un viaggio di due giorni, spendendo la metà dei soldi guadagnati, mangiando in un ristorante e dormendo in un hotel. Non sarà poi così. La forza del racconto è nei continui ondeggiamenti tra il desiderio flebile di concedersi per una volta un lusso (spendere i soldi stabiliti) e quello di non farlo (risparmiare quei soldi).

Il legame tra la concatenazione narrativa e le psicologie dei protagonisti è felicissima. Per tutti e due lo spreco di un breve benessere è dolore; risparmiare è eros. Così quella notte, tornando nel loro appartamento, povero forse, ma incredibilmente caldo e accogliente, lui riscalderà il corpo gelido di lei dormiente sentendosi invadere da una sorta di “amore traboccante”.

Il terzo racconto La morte, l'amore, le onde è il più appassionante e affascinante per la limpidezza estrema della scelta del protagonista: darsi la morte. Un suicidio scelto con fredda ineluttabilità, immaginato a distanza dalle finestre dell'hotel, senza passione, con dei rituali e con un calcolo preciso del tempo e del luogo. Nello stesso hotel si trova una ragazza giovane e bella, gelida e sfuggente, che nel modulo dell'hotel alla voce “Scopo del viaggio” aveva scritto “Mors”.

La chiusa è romantica. Yashushi cede al desiderio del lettore (e forse suo), in modo troppo letterario per essere plausibile e-o convincente.

Verrebbe da pensare a quanto la matematica, cioè le possibili combinazioni di una storia, sia importante. Come dietro ad una vicenda ci possa essere un pensiero lungo o breve, un'ispirazione vera o artificiosa, come i confini tra prodotto e poesia siano, a volte, esili e complicati.


Inoue Yasushi. Amore. Traduzione di Giorgio Amitrano. Adelphi. Euro 10,00.

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