16 dicembre 2011

" Poesia in cucina I cibi e la salute" di Libertario Raffaelli e Antonio Tolomei

di Luciano Luciani

La sanità degli uomini sta più nell’aggiustato uso della cucina, che nelle scatole e negli alberelli degli speziali”: così Francesco Redi, poeta bizzarro, naturalista sistematico e rigoroso e protomedico della corte medicea. Ovvero, suggeriva il grande letterato aretino, mangia sano e potrai tranquillamente fare a meno di medicine e cataplasmi, farmaci e cure.

Fedeli a questo insegnamento, ispirato al miglior buon senso della tradizione, gli Autori offrono ai Lettori sobrie ricette della cucina toscana a cui si alternano i garbati e cantabili sonetti di argomento gastronomico, nati dalla fervida penna del poeta lucchese Antonio Tolomei. Semplici prescrizioni per una cucina “a misura d’uomo”e versi semplici per riaffermare non solo il piacere del cibo, ma della convivialità e dell’incontro a tavola: un momento irrinunciabile, antropologicamente forte nell’esistenza dell’uomo, nei suoi comportamenti, abitudini, stili di vita…

Sì, perché non solo il corpo, ma anche lo spirito, forse soprattutto lo spirito, si appagano della tavola, dei suoi rituali e liturgie, delle sue soddisfazioni. Questa sintesi tra dato morale e materiale l’aveva ben compresa la scrittrice inglese Virginia Woolf quando, nell’importante studio sociologico Una stanza tutta per sé, scriveva che “Un uomo non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”. Cosa che accade quando si coniugano assieme soddisfazione e misura, benessere ed equilibrio.

E a tale proposito Poesia in cucina I cibi e la salute propone anche tabelle, standard quantitativi delle porzioni, consigli su come elaborare diete precise, calibrate, personalizzate e, a riprova che “si mangia anche con gli occhi”, le bellissime tavole a colori di noti pittori lucchesi come Muscatello, Possenti, Varetti, Benvenuti, Della Rosa Ceragioli, Rocca, Bistulfi: tutto in uno stile piano, cordiale, accattivante, senza specialismi e capace di avvicinare chi legge per renderlo più consapevole dei problemi della propria costituzione corporea e della propria fisiologia.

Una consapevolezza da non trascurare sin dai tempi di Nerone, quando il suo letterato preferito, il celebrato Petronio Arbitro, ribadiva nel Satyricon che oportet etiam inter cenandum philologiam nosse, “anche per desinare bisogna saper fare uso dei principi della scienza”.

Insomma, come ci ricordano con amabilità gli Autori, la tavola è importante, anzi importantissima e, senza arrivare a condividere la brutalità dell’affermazione per cui “l’uomo è ciò che mangia”, certo il cibo, i procedimenti per elaborarlo, le tradizioni gastronomiche e perché no?, anche le invenzioni culinarie appartengono, a pieno titolo, alla storia della cultura. Anzi, ne rappresentano un “bene” di saperi e sapori, di esperienze e gusti, di pratiche e godimenti che va tutelato, salvaguardato, rielaborato con saggezza e amore. È quello che fanno, in maniera lieve e al tempo stesso esperta, i nostri Autori e noi non possiamo che essere grati dei loro consigli e suggerimenti e adoperarci per metterli in pratica.

Attenti sempre a non guastare l’originaria sobrietà nutritiva dei cibi di una volta con salse, sughi e intingoli, consapevoli che, come nell’arte, anche in cucina la semplicità è essenziale ed è quantomeno pericoloso ignorarla perché, come è noto, “i golosi sono soliti scavarsi la fossa coi denti”.


Libertario Raffaelli – Antonio Tolomei, Poesia in cucina I cibi e la salute, Lucca 2011, pp.124, sip

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