28 dicembre 2018

"Le modéde rougè" di René Magritte


noterella di Gianni Quilici

 Qualche settimana fa vedo la mostra “da Magritte a Duchamp”a Pisa.

La vedo fin troppo velocemente, avendo un appuntamento cinematografico irrinunciabile.

L’impressione: molto interessante, perché traccia un percorso sul surrealismo; infatti, oltre ai dipinti, inserisce sculture, fotografie, disegni, oggetti, documentari, film, che danno il senso di come l’avventura surrealista abbia avuto un’influenza che ha permeato tutti i linguaggi e di come ancora sia viva, a differenza di altre avanguardie novecentesche.



Detto questo, se mi avessero chiesto: “Mettiamo che tu possa portarti a casa uno di questi oggetti. Quale  sceglieresti?

Non avrei avuto dubbi. Avrei scelto, tra le tante opere desiderabili, Le modèle rouge” di René Magritte. Perché? Do una risposta sintetica, senza addentrarmi in una analisi specifica, di cui non avrei le competenze necessarie. 



Perché Magritte ha creato un quadro così realista da potersi definire quasi iperrealista per la lucida, implacabile precisione, cge nello stesso tempo è anche e dichiaratamente surrealista per la fusione tra l’oggetto e l’umano. In altri termini ha con-fuso genialmente la realtà della scarpa con il sogno del piede o inversamente la realtà del piede con il sogno della scarpa. Senza che ne’ l’una ne’ l’altro fossero mortificati, ma, al contrario, ne fossero moltiplicati i sensi estetici.



Una grande visione minimalista, che si intreccia con l’eccezionale maestria di un grande pittore del cinquecento. Si vedano le venature del legno dello steccato rappresentate  con accuratezza maniacale.



 da MAGRITTE a DUCHAMP.  1929: il grande surrealismo dal Centre Pompidou. Pisa, Palazzo Blu. 11 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019






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