02 ottobre 2019

"Vocabolario Bagaladese" di Francesco Antonio Romeo

 LA FORZA DELLE PAROLE
di Luciano Luciani

                              Tra gli alfabetizzati solo una minoranza scrive: poesie e memorie autobiografiche, racconti e romanzi... Ma un vocabolario, e per di più dialettale, è cosa rara e notevole. Francesco Antonio Romeo, “Ciccio” per familiari e amici, dopo una vita trascorsa in mezzo ai libri, - ha lavorato per quarant'anni presso la Biblioteca Universitaria di Pisa - finalmente in pensione, ha deciso di scriverlo anche lui un suo libro. 
                          
                         E come argomento ha scelto proprio quello di cui i libri, il materiale della sua professione, sono pieni, ovverosia le parole: per salvarle. perché nelle parole, - vocaboli e verbi, proverbi e modi di dire, nomi, toponimi e soprannomi - lì dentro, ci siamo noi: la nostra storia, il passato, il presente e anche il nostro futuro. 
                                 
                           E siccome custodirle tutte risultava un po' troppo impegnativo, “Ciccio” ha scelto di tutelare almeno quelle della sua lingua nutrice, il dialetto di Bagaladi, 460 metri slm 1025 abitanti, suo paese d'origine in provincia di Reggio Calabria. Le ha raccolte, le parole, con la pazienza certosina adeguata alla bisogna e con il rigoroso senso dell'ordine proprio della sua attività quarantennale.  Non da solo, ma - e questo merita di essere sottolineato - con un agire collettivo, aperto al nuovo e alla contemporaneità: il “gruppo facebook” A Bagaladi parramu così che lo ha aiutato non poco nella ricerca. 
                               
                            È stato costruito così il Vocabolario Bagaladese / Bagaladese-Italiano Italiano-Bagaladese, che nasce dalla necessità, acutamente sentita da questo appassionato estimatore della cultura locale, di documentare le trasformazioni intervenute nel dialetto della sua terra: valorizzare le palore abbandonate, quelle che si riferiscono a oggetti e situazioni della tradizione ormai sostituite dai modi di vivere attuali, e mettere il luce le parole nuove, quelle della contemporaneità, rimodulate in dialetto. 

                               Scorrendolo, questo vocabolario, si ha come l'impressione di un intreccio di passato e presente, di ieri e di oggi... Succede che maturando, invecchiando, tutti noi, come accade all'Autore, diventiamo un po' nostalgici e un po' conservatori: di un altro tempo destinato a non tornare più, e anche delle sue parole. E quindi, come hanno fatto tanti prima di noi, scriviamo versi, elaboriamo storie, mettiamo sulla carta la nostra versione dei fatti accaduti allora... 

                                 Di sicuro quelle stagioni lontane, “povere ma belle” - ma per chi c'era soprattutto povere – non furono felici e neppure particolarmente serene. Furono, però, piene di “senso”, che è proprio quello che più ci manca oggi in questi nostri giorni intrisi di smemoratezza, cattiveria e violenza. Contro questo deficit, chi ha ancora voglia e forza continua a battersi con le armi della razionalità, della giustizia, della conoscenza di cosa è giusto e cosa sbagliato. Sempre dolorosamente consapevole che “la maledizione degli uomini è che essi dimenticano”, ma altrettanto cosciente che un antidoto efficace contro una tale condanna è quello di provare, intanto, a salvare le parole e magari, perché no, a inventarne di nuove.

Francesco Antonio Romeo, Vocabolario Bagaladese / Bagaladese-Italiano Italiano-Bagaladese,  Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria 2019, pp. 192, Euro 18.00

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