di Luciano Luciani
Come lascia intuire il titolo, Ho
scolato 21 bottiglie, questa è la ventunesima raccolta poetica di Mario
Lena. Una quarantennale frequentazione con la scrittura poetica, la sua: la
prima antologia, Resistere, risale, infatti, all’ormai lontano 1973, appunto 40
anni fa, quando il poeta di Bagni di Lucca, dopo aver covato nella prima parte
della sua esistenza temi e stati d’animo, parole e forme espressive cominciò a
partecipare ai Lettori il suo mondo emotivo. Dapprima con un andamento
discontinuo, quindi regolarmente a partire dal 1993, acquisiti, con
consapevolezza e sicurezza, il tono, il timbro, il passo giusto per la propria,
personalissima voce poetica: originale nel suo taglio prosastico-meditativo che
ora muove verso un andamento colloquiale, cordiale, ora s’impenna nella
speculazione filosofica, o, addirittura, nel ragionamento scientifico.
Sì,
perché Mario Lena è uno dei rarissimi poeti, forse l’unico della Libera
Repubblica delle Lettere, che non ha mai avuto particolari remore nel portare
sulla pagina nei suoi discorsi in versi le questioni complesse che attengono alla
matematica, alla fisica, alla chimica… Nodi problematici che nella sua inusuale
rielaborazione si trasformano in grumi di interrogativi esistenziali dove
scienza, filosofia, poesia e vita diventano un tutt’uno. Un’alchimia non
facile, delicatissima, che può realizzarsi solo in quel crogiuolo straordinario
rappresentato dall’esperienza di vita di Mario Lena: uomo di pace, educatore
appassionato, amministratore lungimirante, didatta in anticipo sui tempi,
organizzatore di cultura, scrittore, poeta… E probabilmente non sono che alcune
delle molte delle facce di quel diamante trasparente che è stata la vita di
Mario.
Tutto senza enfasi, senza retorica, senza gli orpelli del compiacimento,
forte di una memoria imperterrita, tenace. Una linea di pensiero tanto sommessa
quanto concentrata, un dialogo interiore del poeta con se stesso che ha al suo
centro un tema semplice e alto: “sono
veramente belle e importanti / tutte le cose che costano / lavoro e fatica”.
Senza dimenticare un’altra irrinunciabile convinzione: noi riceviamo per dare.
Gli insegnamenti morali fondativi acquisiti in famiglia vanno sempre restituiti,
magari moltiplicati, per esempio, attraverso l’agire educativo…
Un motivo di rammarico. Forse,
l’attenzione di Mario Lena per la poesia e le sue cure hanno sottratto tempo e
motivi ispiratori alla scrittura in prosa: infatti, per mantenere la metafora
del titolo, c’è vino, c’è buon vino anche nella sua cantina narrativa: lo
dimostrano con ampia facoltà di prova gli scritti della seconda parte di questo
libro, Pagine sorprendenti per chiarezza di esposizione, per il piglio del
narratore di razza, per la capacità di delineare con pochi tratti luoghi, tempi,
situazioni, caratteri, dinamiche, dinamiche psicologiche ed emotive. Ora la
felice descrizione di un episodio dell’adolescenza tra le montagne, i dirupi e
i boschi dell’Appennino, prova d’iniziazione al mondo adulto di un gruppo di
teenager di settant’anni fa (Avventura
all’orrido di Botri); oppure la
remota, ma intensissima, memoria familiare di un colloquio col padre alla
vigilia di un passaggio decisivo della vita dell’Autore, che, appena
diciottenne, si trovava a dover indossare la divisa in una guerra sbagliata,
ingiusta e perduta (Il coltellino rosso);
o anche l’asciutta descrizione del male, quello fisico, che ti prende
all’improvviso, contro cui è necessario attivare tutte le risorse possibili.
Quelle personali e quelle dell’ampia cerchia degli amici solleciti e partecipi
in questa umanissima vicenda affrontata dall’Autore con l’animo di un antico
filosofo classico…
Mario Lena, Ho scolato 21
bottiglie, Maria Pacini Fazzi editore, Lucca 2013, pp. 144, Euro 13,00
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