Il primo romanzo di Liana Onofri
Zone d’ombra familiari lunghe un secolo
di Luciano Luciani
Dopo la raccolta di racconti, Donne sospese, 2021, e il libro per bambini, Margherita e il signor Natale, 2020, Liana Onofri, lucchese originaria di Narni, una vita nella scuola come docente d’inglese, con Parla di noi a chi verrà esordisce al romanzo…
La vendita di una bella villa sul mare toscano, nel tratto di costa compreso tra Livorno e Piombino, mette in movimento i meccanismi della memoria della protagonista, Costanza. Li sollecita e li rende più acuti anche il ritrovamento di un diario, quello della bisnonna, che contiene nelle proprie pagine la confessione di una lunga e tormentata relazione extraconiugale. Un segreto familiare ben custodito per un secolo, a cui si aggiunge, enigma nell’enigma, l’inesplicabile morte del padre della protagonista: due vicende lontane nel tempo, ma l’una e l’altra frutto di un clima torbido e malato, frutto di dinamiche tra parenti avvelenate da tempo. Per Costanza, la prova provata che il passato, anche quello dei propri consanguinei sempre pensati come integerrimi, può risultare spesso denso di ombre e che nessuno, mai, è del tutto innocente. Neppure le persone con le quali si è condivisa l’intera esistenza: per esempio, i fratelli di Costanza, la principale voce narrante, e suo padre, la cui scomparsa tra i flutti del mare toscano è ancora avvolta in una luce ambigua che sa di mistero.
Una vicenda inspiegabile i cui termini si chiariranno solo nelle ultime battute di questo Parla di noi a chi verrà che mescola piacevolmente agli occhi del Lettore le caratteristiche della saga familiare con le atmosfere proprie del mystery.
Non manca neppure nel racconta di questa vicenda che si muove tra presente e passato, il retrogusto amarognolo di una perenne, ribadita incomprensione tra i sessi e le generazioni. Se gli uomini e le donne si cercano, pure non si capiscono, mentre i giovani appaiono incapaci di comprendere i comportamenti e le parole degli adulti e non danno quasi mai importanza alle loro esperienze e agli insegnamenti che ne conseguono. Sembra che la scrittrice lucchese voglia significarci che ormai le parole, le nostre e quelle degli altri sono stanche, usurate, incapaci di esprimere con le necessarie pienezza e chiarezza modelli e valori significativi.
La vera protagonista del romanzo è, però, la villa, Villa Costanza, metafora di un mondo interiore declinato e percepito prevalentemente al femminile: quella dimora estiva è, comunque, rifugio, luogo protetto, madre succedanea, balia, seno materno… E non a caso le donne rappresentano le attrici principali di questa narrazione, mentre alle figure maschili sono riservati soprattutto ruoli minori se non addirittura negativi. Nessuna professione evidente di ideologie femministe, di ieri o di oggi, nelle pagine della scrittrice lucchese, ma la chiara consapevolezza della maggiore complessità dell’animo delle donne e delle loro superiori qualità, innate o figlie della storia, di sensibilità e resilienza.
Scritto
in una lingua piana, cordiale, ma di semplice comunicazione, Parla di noi a chi verrà, avrebbe,
forse, meritato un lavoro di più attenta ricerca e connotazione linguistica.
Liana Onofri, Parla di noi a chi verrà, Carmignani Editrice,
Staffoli (PI), Collana Narrativa, 2023, pp. 110, Euro 14,00
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