di Marigabri
Romanzo spigoloso e misterioso, che si interroga sull’amore
senza la pretesa di trovare risposte.
Scandito da capitoli brevi e didascalici ci porta
soprattutto nella mente di Beatriz, la donna quarantenne improvvisamente
oggetto di culto amoroso da parte del settantenne musicista polacco Witold. Che
suona Chopin senza pathos alcuno. Che si innamora di Beatriz perdutamente, come
Dante di Beatrice. E conserva quel dono fatale dentro di sé fino all’ultimo
giorno. Lontano da lei e quasi a sua insaputa.
“Cosa c’era in lei che lo ha portato a
sceglierla?” “…perché il suo corpo, perché la sua anima?” si chiede la donna.
È l’eterna domanda dell’ innamoramento, l’eterno
mistero dell’ alchimia che si produce fra due esseri sconosciuti che anelano a
diventare intimi. Ma Beatriz rimane un’osservatrice; è distaccata,
apparentemente poco coinvolta dalla trepidazione del polacco e tuttavia
incuriosita dall’essere diventata oggetto di culto, intellettualmente
sollecitata da quella improvvisa promessa di amore eterno.
A lei la guida del racconto, nonostante il
narratore onnisciente costruisca la partitura con andamento rapido e solenne. A
lei le riflessioni sulla contraddizione dell’amore cortese, sulla sua
impraticabilità, sulla sua evidente impossibilità. Sull’incolmabile distanza
tra reale e ideale.
Scrive Octavio Paz, qui citato:
“Un paradosso dell’amore: amiamo simultaneamente
un corpo mortale e un’anima immortale. Senza l’attrazione verso il corpo,
l’innamorato non potrebbe amare lo spirito che lo anima.
Per l’amante il corpo desiderato è anima.”
Una riflessione anche sulla distanza creata dalla
lingua. Lei è spagnola, lui polacco…l’inglese comune è inadeguato a esprimere i
sentimenti, quasi un insignificante balbettio.
Alla fine Beatriz dovrà tradurre il testamento
poetico che Witold le ha lasciato e solo allora comincerà davvero a comunicare
con lui. Nell’impossibilità reale di un reciproco ascolto.
Un Coetzee rigoroso e rarefatto, sempre più assiso
nell’Olimpo dei grandi (e inafferrabili).
J. M. Coetzee. Il polacco. Einaudi
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