15 gennaio 2014

"Pene d'amor perdute" di William Shakespeare



di Eligio Motolese


"Ogni lacrima è un carro di vittoria, per te, in trionfo sopra il mio dolore, ma se il tuo sguardo scopre una mia lacrima, vedrai nella mia angoscia la tua gloria." [Atto quarto, terza scena, il re legge ai suoi compagni la dichiarazione d' amore scritta per la regina; pag.48]

Riconosciuta come la più elegante commedia di Shakespeare, l' Einaudi propone l' intera opera teatrale del poeta-drammaturgo inglese. Scritta tra il 1594 e il 1599, frutto di una raffinata scelta linguistica, non a caso destinata alla rappresentazione teatrale presso le corti.

Si narra di un arduo patto nel regno di Navarra, che tra varie situazioni e vicende verrà compromesso dalla più pericolosa e attraente trappola di felicità o dannazione, l' amore, tema principale dell' opera in cui si evidenzia il confronto tra i due sessi.

Tra incomprensioni, discussioni e dichiarazioni, la parola assume quindi un ruolo preponderante nell'opera e tutto è legato al diverso uso di essa. Non vi è un protagonista principale, ma si incontreranno personaggi di strano e vasto carattere: dal sarcastico Biron all'astruso pedante Oloferne, dai clowneschi rozzi villici agli eleganti personaggi della corte. Trama lineare, con un intreccio di fantasia che rende l' opera molto appetibile. Il tipico, ma anche insolito lieto fine, lascerà nel lettore un pizzico di sorriso soddisfatto, sia pure inaspettato.

William Shakespeare, "Pene d' amor perdute", Einaudi, 1997



1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve Eligio,sono un critico d'arte molto famoso in Italia,la sua recensione è davvero ben scritta e curata,le faccio i miei complimenti per aver così ben recensito un'opera di questo calibro e di così difficile interpretazione,la saluto porgendole i miei saluti.