28 gennaio 2025

" Il mondo dei bambini" di Castrenze Bonanno

 


Una favola che dà speranza

 

di Giovanna Baldini

                  Il libro Il mondo dei bambini è una favola e l’autore, Castrenze Bonanno, un sognatore.

       Una favola che anche gli adulti possono leggere, perché sognare non fa male a nessuno e il sogno può essere costruttivo e ispirare “a egregie cose”.

       Nel racconto si trovano tutti gli ingredienti delle storie per ragazzi. Appare Dio, affacciato alle nuvole, corrucciato, perché l’Uomo, la sua più alta creatura, è in procinto di distruggere se stesso e gli altri, ossessionato dalla smania di potere. E ci sono anche le personificazioni più comuni dell’immaginario infantile, il Sole, il Mare, la Luna, figli di Dio. Pure loro addolorati e impotenti di fronte allo spaventoso disastro che la mano dell’uomo va perpetrando sulla Natura.

       Con un intreccio più emotivo che razionale, l’Autore trova la soluzione della salvezza del pianeta attribuendo a Dio una decisione quanto meno fuori dall’ordinario. Egli metterà il governo del mondo nelle mani dei bambini, esseri puri e ingenui, scevri da ogni malizia, sicuro che sia la cosa giusta da fare portando, così, la favola al suo lieto fine.

       L’inquinamento si riduce, così come il buco nell’ozono, e i disastri ambientali diminuiscono; e tacciono anche le armi, che portano con sé massacri e stragi provocati da mezzi bellici sempre più micidiali e costosi: i bambini hanno ridato alla terra lo splendore dell’Eden con i colori e i profumi del mondo primigenio.

       Il libro si svolge sotto forma di dialogo tra una madre e una figlia. La madre racconta e la bambina, che ascolta attentamente, spesse volte la interrompe e le chiede notizie, commenti e riflessioni personali, astraendosi dal testo e riportando il discorso all’attualità. Che si arricchisce, quindi, di approfondimenti su temi scientifici come quello dell’evoluzione della specie umana o su alcuni processi chimici riguardanti i cambiamenti climatici.

      L’Autore dimostra di possedere un’acuta sensibilità ambientalista e di essere riuscito a mettere a frutto il suo tempo, costretto a una lunga condizione di restrizione della libertà. Circostanza che non gli ha impedito, però, di coltivare la passione per lo studio e la scrittura e nemmeno la capacità di sognare. Un piccolo libro, ma importante. Perché permette al Lettore di condividere il mondo fantastico dell’Autore, che dimostra una grande immaginazione e unisce, nel suo raccontare, riflessioni e conoscenze sempre alla portata dei bambini: una sensibilità particolare, questa, che permette a Bonanno di rapportarsi al mondo dell’infanzia con la semplicità e la leggerezza proprie degli “occhi ragazzini”. Che, come è noto, riescono sempre a vedere più nitidamente e più lontano.

 

Castrenze Bonanno, Il mondo dei bambini, Edizioni La Grafica Pisana, 2023, Bientina (Pi), p.117, euro 12,00

Chi è interessato a leggere il libro, può contattare direttamente l’Autore:

castrenze.bonanno2@libero.it

22 gennaio 2025

"Il costo della vita" di Deborah Levy

 

di Marigabri


“Avevamo venduto la casa di famiglia. Mi sembrava che tutto quel disfare e mettere negli scatoloni una lunga vita vissuta insieme desse una forma strana al tempo, spingendolo indietro, a quando a nove anni avevo lasciato il Sudafrica, dove ero nata, e in avanti, verso l’ignoto che mi aspettava a cinquant’anni. Stavo smantellando la casa che avevo passato gran parte della mia vita a creare.”

Il secondo libro dell’ “autobiografia in movimento” parte proprio da questo nuovo inizio: cinquant’anni, un matrimonio (e una casa) alle spalle, due figlie, un appartamento in un condominio fatiscente a Londra e la ricerca di una stanza tutta per sé.

È il racconto di una donna che rivendica il proprio spazio creativo, che dialoga costantemente con le sue scrittrici preferite (Woolf, De Beauvoir, Duras), che smonta pezzo a pezzo una costruzione sociale avvinghiante e fallace entro la quale una donna può adattarsi ma non certo riconoscersi.

Ancora una volta frammentaria ed ellittica ma precisa nel circoscrivere i propri soggetti di scrittura, la penna di Deborah Levy narra di sé, della propria madre e della maternità in genere, della trasformazione della casa da focolare a fuoco di riflessione e di ricerca.

E quando la vicina di casa le offrirà un capanno per isolarsi a scrivere, ecco che la narratrice troverà il modo di rendere chiara e distinta la propria voce.

Allora non potevo saperlo ma avrei scritto tre libri in quel capanno, incluso questo che state leggendo ora. È lì che ho cominciato a scrivere in prima persona, usando un io che mi era vicino ma che non ero io.”

E sia ben chiaro:

Le parole che state leggendo sono fatte con il costo della vita e con inchiostro digitale “.

Deborah Levy. Il costo della vita. NN

 


21 gennaio 2025

"La memoria mi riconsegna un immaginario ipertrofico" di Luciano Luciani

 


Sci - fi versus Omero e Virgilio

       Vuoi vedere che le recenti, sciagurate esternazione del 47esimo presidente degli Stati Uniti circa un’auspicabile - dal suo stranito punto di vista - occupazione, magari anche manu militari, di Panama, del Canada e della Groenlandia, mi restituiranno l’antico grido di guerra, yankee go home, dei miei anni più verdi?

     E pensare che fino alle soglie dell’adolescenza io per gli Usa avevo sempre provato un’ammirazione senza pari! Ai miei occhi di figlio dell’immediato dopoguerra, infatti, nessuno come loro sapeva proporre nuovi, allettanti, desiderabili stili di vita: più disinvolti e liberi nei costumi, al punto  da preoccupare le gerarchie ecclesiastiche e i comunisti togliattiani; un cinema, sempre meno in bianco e nero e sempre più in un accattivante technicolor: western, cappa e spada, Tarzan; eroici marines contro diabolici giapponesi prima, maligni cino-coreani subito dopo; poi tanta cultura popolare e di massa: i fumetti, il romanzo poliziesco e, finalmente, la fantascienza. Anzi, la fanta-scienza, col trattino via via perso per strada.

       La memoria mi riconsegna il ricordo della fine di una fanciullezza connotata da un immaginario, il mio, vorace, ipertrofico e da nutrire costantemente. Lo alimentavo a dosi via via sempre più massicce di fumetti (“L’Intrepido” e  “Il Monello” come se piovesse), di Salgari e Verne, che mi sapevano, però, più il primo del secondo, di liso, di polveroso, di vecchio. E poi, tanto, tanto cinema. Soprattutto di fantascienza e non solo B movie: perché il grande schermo, (insieme, per essere sinceri, a tanta monnezza), regalava storie inedite, protagonisti straordinari, intrecci diversi, contaminazioni originali e vibranti emozioni… 

       Che ora avevano fattezze di giganteschi formiconi determinati a distruggere Los Angeles ( Assalto alla Terra, 1954), ora la faccia ambigua e fanatica di Walter Pidgeon, il professor Morbius del Pianeta Proibito, 1956; oppure si annidavano nella “cosa” amorfa, mezza vegetale ma cattivissima che si aggirava per le vie di Londra, seminando angoscia e panico (L’astronave atomica del dottor Quatermass, 1955)…

      Dalle sale buie e maleolenti dei cinema parrocchiali romani alla pagina scritta non ricordo soluzioni di continuità. Solo la percezione, calda e avvolgente nella carità feroce del ricordo di cinquant’anni dopo, di un ampliarsi del piacere: dell’intelligenza degli occhi, del cuore…

     Un godimento tutto e solo mio a ripensarlo oggi, poco condiviso dai coetanei di allora, presi da altre e altrettanto legittime passioni: sportive, oppure meccanico/motociclistiche, o i primi pruriti quasi incontenibili giù, nella zona del basso ventre e dintorni. Una condizione di solitudine che, però, non mi avviliva, anzi mi faceva sentire originale, raro, unico.

         Erano gli anni “poveri, ma belli”. Poveri di sicuro, belli lo sarebbero stati assai di più se nel mio cammino verso le stelle non avessi intercettato, in perfetta rotta di collisione, niente meno che la Balena bianca delle Istituzioni italiane: la scuola.

      E fu guerra, amici… Arthur C. Clarke, Richard Matheson, Jack Williamson, Robert A. Heinlein versus Omero e Virgilio! Gli smilzi fascicoletti di “Urania” furono celati sul ripiano di sotto del banco scolastico e malamente sbirciati durante ore e ore di noiosissime lezioni di grammatica latina e greca. Scontai, per questo comportamento all’opposizione, persecuzioni fatte di brutti voti ed esili – “Luciani, dal preside perché continuamente durante la lezione ti occupi d’altro”. Anch’io, allora, parafrasando Albert Camus, come tanti altri martiri mi trovai di fronte alla scelta fra essere dimenticato, schernito, ridotti a strumento… Quanto a essere capito: questo mai”.

 

Luciano Luciani

 

 

15 gennaio 2025

"Le verità spezzate" di Alessandro Robecchi

 


di Marigabri

“La verità non esiste, la libertà è una convenzione, si allarga e si restringe a seconda del periodo storico, dell’ottusità di chi comanda, della volgarità di chi la vieta e la ostacola.”

      È ciò che afferma Manlio Parrini, osannato regista che però ha deposto la macchina da presa per non piegarsi alle logiche del marketing cinematografico.

      Ma ora qualcosa lo sta solleticando a riprendere il suo lavoro: la tragica storia di Augusto De Angelis, il primo giallista italiano, perseguitato dalla censura fascista e infine pestato a morte dagli scagnozzi del regime. Un delitto lasciato impunito, un cold case degli anni Quaranta.

      Mentre ci sta pensando seriamente, insieme alla sua sceneggiatrice preferita, la ruvida e affascinante Sara de Viesti, dalla fiammante chioma rossa, avviene un omicidio proprio nella villa vicino a casa sua: una vecchia ricca signora (l’usuraia di Dostoevskij) viene strangolata. Si sospetta del maggiordomo, ovviamente…ma le indagini si avviano e ben presto si complicano.

      C’è chi si impunta a cercare la verità, come il sostituto procuratore Chiara Sensini e chi provvede a spezzarla: il sistema potente e corrotto che avvolge e dirige ogni losco affare di quattrini.

     Le due situazioni, il delitto recente e quello passato, si alternano e si intrecciano in un crescendo coinvolgente, dove il dramma viene sempre stemperato da una lucida e amara ironia.

     Il romanzo di Alessandro Robecchi è ben costruito e declina il duplice tema della verità (impossibile) e della libertà (negata) in modo arguto e intrigante, con personaggi che non dispiacerebbe vedere riaffacciarsi tra le pagine di un altro libro.

Alessandro Robecchi. Le verità spezzate. Rizzoli.

13 gennaio 2025

"Madre" di Goldie Goldbloom

 


di Giulietta Isola

“Surie sceglie la connessione al posto della politica e delle regole, l’amore anziché il sistema e la cosa giusta…Abbiamo bisogno di più donne come lei”.

               Il mondo ebraico ultraortodosso, una società rispettosa delle tradizioni religiose con una rigida osservanza di regole lontane dai tempi moderni è quello che incontriamo nella pagine di “Madre”di Goldie Goldbloom.

        Australiana. docente all’università di Chicago, non è nata in una famiglia religiosa, ha scelto di essere chassid , ha studiato l’ebraico e l’yiddish da sola, è madre single di otto figli, ha scoperto di essere gay e l’ha reso pubblico, ha fondato Eshel, una organizzazione di sostegno per ebrei Lgbtq. 

       L’autrice accende i riflettori su una comunità di ebrei ultraortodossa che mi interessa e mi incuriosisce, uno strano pianeta dalle radici profonde lontane nel tempo, quasi fiabesche, una società chiusa ermeticamente, in tempi di individualismo tanto esasperato è strano incontrare persone che seppur circondate dalla modernità scelgono di farne a meno: niente computer, tv, web, libri secolari, educazione scientifica. E’ straniante il loro vivere secondo ferree regole pratiche e spirituali che scandiscono ogni istante della giornata e creano al proprio interno un mondo solidale, un mondo pieno di segreti così vicino e così inafferrabile. 

        Siamo a Williamsburg, un grande quartiere di Brooklyn dove vivono ebrei ultraortodossi chassidici, il romanzo racconta di Surie Eckstein, una chassidica di 57 anni, madre di dieci figli, nonna e bisnonna di tanti nipoti che scopre con sgomento di aspettare due gemelli: una notizia sconvolgente che se trapelasse sarebbe oggetto di pettegolezzi in famiglia, è infatti impensabile per i figli immaginare che i genitori facciano ancora l’amore, l’evento creerebbe scandalo all’interno della comunità. Surie decide di tenere il segreto e rimandare il momento in cui lo comunicherà al marito Yidel, un uomo mite e paziente ancora innamorato della moglie, del tutto inconsapevole di quanto le sta capitando. 

        Surie approfitta delle sue rotondità e riesce a nascondere fra le pieghe di ampi vestiti il suo stato, tra pranzi, cene ,canti e preghiere informa della sua gestazione solo la sua ostetrica goy. Anzi con lei stabilisce una confidenza speciale e comincia, di nascosto, a lavorare in ospedale come interprete per le donne chassidin che non parlano inglese. Chiusa in sé, inizia a nutrire una sorta di ostilità verso il suo mondo e Yidel stesso. Il muro che crea man mano le fa riaffiorare un altro dolore che lei stessa aveva accettato di cancellare, quello, inaudito del suicidio del figlio Lipa , scappato perché gay. Silenzi, segreti orribili hanno oppresso la sua vita. 

           L’autrice conosce molto bene il mondo chassidico, sa quanto i chassidim possono opprimerti se sei vista come diversa. Surie è una donna straordinaria che conquista con la sua forza d’animo, la sua rettitudine, i suoi limiti e le inevitabili contraddizioni e sembra convinta che sotto barbe e peyot si nasconda un amore immenso pronto a sciogliere gli affanni. 

         Il romanzo cattura fin dalle prime pagine con uno stile avvincente ed empatico e catapulta in un mondo che sembra muoversi in uno shtetl polacco della fine Ottocento. Consigliato

MADRE di GOLDIE GOLDBLOOM PLAYGROUND EDITORE