di Giulietta Isola
“Ricordo che la mattina dopo le nozze, quando era sposato da una notte appena, tuo nonno lo ha fatto chiamare per colazione e gli ha detto lisciandosi i baffi: “Dì alla figlia di ar-Rassà, tua moglie, di dimenticarsi quello che faceva in casa di suo padre, perchè le leggi in vigore qui sono le nostre, quelle di casa en-Neifer… E qui nessuno entra o esce senza un motivo valido. Questa è una casa all’antica.”
Ambientato a Tunisi a metà degli anni ’30, il romanzo dell’accademica e autrice tunisina Amira Ghenim, è un omaggio alla figura dell’intellettuale e riformatore tunisino Taher al-Haddad, autore nel 1930 del testo La nostra donna nella sharia e nella società che quando uscì creò un tale scalpore da renderlo un reietto fino alla fine della sua vita, condannandolo alla miseria e alla vergogna.
Al-Haddad è il protagonista silenzioso di questa grande saga familiare che è allo stesso tempo un affresco sociale, politico e culturale della Tunisia di quel periodo. Il racconto narra le vicende di una famiglia altolocata e molto conservatrice di Tunisi, gli en-Neifer, composta dalla madre lella Jnaina, il padre si Othman, i due figli Mohsen e Mhammed e la nuora Zubaida, moglie di Mohsen. La tranquilla vita domestica viene scombussolata dall’arrivo di una lettera per Zubaida durante una sera come tante, quando la famiglia è riunita nella grande casa nella medina di Tunisi. Sarà l’inizio di una serie di eventi drammatici che coinvolgeranno anche la famiglia di Zubaida, gli ar-Rassa, progressisti e liberali, nonché le domestiche degli en-Neifer e altri personaggi.
Ghenim costruisce un romanzo polifonico, ogni capitolo è affidato a un personaggio diverso che racconta i fatti di quella tragica notte dal proprio punto di vista, svelando di volta in volta dettagli e retroscena e arricchendo il racconto con altre storie che hanno per protagonisti personaggi della società, della politica, e della cultura tunisina di quel tempo e dei decenni successivi.
Emerge un affresco vivacissimo di una società che anela l’ indipendenza, mentre sullo sfondo si anima il confronto tra chi è favorevole all’istruzione e ai diritti delle donne e chi ancora contrario. Sarà il primo presidente della nuova Tunisia indipendente, Habib Bourghiba, a sancire la vittoria dei primi sui secondi con la promulgazione, nel 1957, del Codice dello statuto della persona, che garantì alle donne tunisine molti diritti, scuotendo alle fondamenta una società ancora molto patriarcale e ridando gloria e fama all’intellettuale che per primo, a metà degli anni ’30, aveva tracciato il passo: quel Taher Haddad, la cui vita sfortunata fa da sfondo alle vicende raccontate nel libro.
Fra aneddoti e descrizioni , proverbi e modi di dire comuni, credenze e magia popolare l’autrice sfoggia una cultura e una proprietà di linguaggio non comune per raccontare un dramma a tutti gli effetti: un matrimonio distrutto dai sospetti, liti tra fratelli, violenze inaudite, vergogne, odi segreti eppure è presente un’ironia di fondo e un delicato humor che alleggerisce storie di schiavitù, di ingiustizie e di cieca sottomissione.
Amira Ghenim incanta e tiene incollati alla pagina per la meticolosa ricostruzione storica, la caratterizzazione dei personaggi magistrale, curata e profonda grazie a un’acuta introspezione psicologica, la scrittura è raffinata, elegante, ricca di sfaccettature, impregnata di odori, sapori, colori, musicalità diverse. Un libro emozionante che aiuta a comprendere l’evoluzione del ruolo delle donne verso la moderna società tunisina.
LA CASA DEI NOTABILI di AMIRA GHENIM E/O EDITORE