di Giulietta Isola
“Volevo a tutti i costi salvare quello
strumento. Era la sola cosa che mi restava di mio padre.”
Romanzo classico dalla lingua elegante che racconta una storia ampia e commovente, romanzo sulla musica, sulla guerra, sulla fedeltà alle origini, sull’amicizia, sulla bellezza del silenzio che segue una sonata di Schubert, romanzo bello bello da leggere. T
Tokyo 6 novembre 1939, Rei, il protagonista ha 11 anni. Suo padre Yu, con i tre ospiti cinesi Yanfen, Cheng e Kang, si cimentano nel quartetto d’archi in la minore opera 29 di Schubert noto come “Rosamund” quando alcuni soldati irrompono nella sale ed interrompono brutalmente le prove, spezzano il violino del padre (è questa l’anima spezzata)e arrestano tutti per sospetto complotto contro il Paese. Rei, nascosto in un armadio, assiste alla scena, scoperto sfugge alla violenza dei soldati grazie al tenente Kurokami, melomane appassionato che gli affida il violino distrutto. Rei non rivedrà più suo padre e verrà adottato da una famiglia francese. Custodirà ciò che resta del violino e passerà una parte della sua vita a restaurare lo strumento altamente simbolico. Quel violino spezzato è la ferita della sua vita.
Il titolo del romanzo molto evocativo, allude certamente all’anima del protagonista, ma anche l’anima del violino, il piccolo cilindro di legno all’interno dello strumento che è responsabile della sua risonanza. Sessant’anni dopo Rei ritorna a Tokyo con il violino restaurato per donarlo alla nipote del tenente Kurokami e sarà proprio il restauro a permettergli di superare il suo lutto. Il viaggio in Giappone è commovente, la memoria dei giorni lontani ritorna con i suoi profumi, la sua musica, le sue pene, malgrado il tempo, la guerra e gli altri accidenti della vita.
Anima spezzata è un meraviglioso omaggio alla fedeltà, alla memoria di coloro che sono scomparsi, vittime di terribili crudeltà che soltanto l’uomo è capace di infliggere ai propri simili, è un romanzo che mette l’arte di fronte alla violenza, l’arte come condivisione universale, l’arte come riconciliazione.
Sono rimasta colpita dalla grande e sincera profondità che emana dalle pagine, questo romanzo emana bellezza, delicatezza, luce e poesia , emoziona senza mai essere sdolcinato. Akira Muzabayashi usa la lingua con profondo rispetto, ha uno stile semplice ed essenziale, porta pace e serenità malgrado l’estremo dolore. Un libro consigliato a tutti coloro che amano la musica e in generale l’arte come rammendatrice di vite spezzate, questa lettura è una sorta di balsamo assai benefico, lenitivo e commovente insieme.
“Si rendeva conto che tutti i cuori del
mondo, stretti nella loro inquieta solitudine, erano simili a monadi
impenetrabili, ripiegate su se stesse; erano in fondo come tutti i corpi del
mondo, separati gli uni dagli altri e coì dolorosamente estranei gli uni agli
altri.”
ANIMA SPEZZATA di AKIRA MUZABAYASHI
EDIZIONI LA NAVE DI TESEO