23 luglio 2024

"Le vie dell'Eden" di Eskhol Nevo

 



di Giulietta Isola

“La sera scolora nella notte fuori dalla mia finestra. La casa è vuota. Dal salotto non arrivano le voci dei bambini. Nella doccia l'acqua non scorre sul corpo di Niva. Le sonate di Schubert continuano a suonare in sottofondo, a basso volume. Se devo confessare tutto, questa è l'ora. “

       Nevo, come tutti i grandi autori, crea immedesimazione, ma lui lo fa in maniera diversa grazie alla sua capacità di ritrarre i nostri tratti più intimi, quelli che normalmente teniamo nascosti e che messi su pagina da qualcun altro si illuminano, escono dall’ombra ed all’improvviso sollecitano e fanno vibrare le nostre corde più segrete. 

       Nevo è lo scrittore che confessa l'inconfessabile, illumina il nascosto e proprio lì nell’'inconfessabile e nel nascosto ci siamo tutti noi, con il suo sguardo acuto ritrae i nostri lati più reconditi. 

      Siamo in Israele in presenza di tre storie legate tra loro da un filo di sottili richiami, in queste storie ci sono dei personaggi che cercano le parole più adeguate per esprimere qualcosa che li affligge e, come succede in una seduta psicoanalitica, dire all'altro equivale all'ammettere a se stessi, quei personaggi ammettono qualcosa: colpe, sentimenti, sbagli, segreti a un terzo che li ascolta, e mentre lo fanno provano ad accettare la verità di quello che sentono, a darle corpo. 

      Omri si reca al funerale di un uomo che ha conosciuto per caso durante un viaggio in Bolivia ma dopo poche pagine scopriamo che in realtà non va lì per rendere omaggio al defunto, bensì per rivedere Mor, la vedova che nasconde a tutti la verità su qualcosa di terribile. Il dottor Caro, anziano e rispettato primario, scopre di essere stato accusato di molestie da una giovane specializzanda. Nel rapporto creatosi tra i due c'è qualcosa di non chiaro che ha a che fare con il passato del dottore e con un aspetto specifico della sua storia: il senso di perdita. 

       Nella terza storia una coppia entra in un frutteto, un luogo in cui vanno a passeggiare settimanalmente. Senza che ci fosse nessun segno premonitore apparente, Ofer, il marito, si spinge oltre due filari di alberi lasciando il proprio telefono alla moglie Heli. Da quel momento fa perdere del tutto le proprie tracce, mentre lei si ritrova a rispondere di questa sparizione di fronte a tutti, riscoprendo dei lati di lui e di se stessa che erano nascosti tra cose e parole. 

        Mentre i personaggi di Nevo cercano le parole giuste per confessare l'inconfessabile, chiedono di essere ascoltati, creduti, perdonati noi lettori vaghiamo con loro tra gomitoli di ricordi, omissioni, mezze verità. Ancora una volta, parlando dei suoi personaggi, Nevo ha raccontato qualcosa di noi . 

       Lo stile apparentemente lineare della sua prosa rende scorrevole la lettura, ma indizi, sospetti e rivelazioni sparsi qua e la sorprendono, catturano l’attenzione e obbligano a restare attaccati alla pagina. Leggere Eskhol Nevo è sempre emozionante, costringe a levarsi la maschera e a spogliarsi delle infrastrutture mentali menzognere che raccontiamo agli altri, ma in primis a noi stessi. Il finale mi è parso un po’ surreale considerando quanto lo scrittore sia ancorato alla realtà, ma a Nevo perdono molto e leggerlo mi dà sempre grande soddisfazione.

Forse evitiamo di domandare quando abbiamo paura di conoscere le risposte.”

LE VIE DELL’EDEN di ESKHOL NEVO NERI POZZA EDITORE

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