31 luglio 2023

"Testimone il vino" di Pierantonio Pardi

 


Ripubblicata dopo cinquant’anni l’opera prima di Pierantonio Pardi

Testimoni il vino e la carta

 di Luciano Luciani

          Pubblicato in maniera un po’ fortunosa quasi mezzo secolo fa, Testimone il vino, il romanzo opera prima di Pierantonio Pardi, viene riedito in questa estate 2023 per i tipi di Felici Editore di Pisa. Per raccontare a chi non c’era per motivi anagrafici, a chi a suo tempo ha peccato di distrazione, a quanti non hanno condiviso il senso comune diffuso di quegli anni, il “come eravamo” di allora. 

        Già, come eravamo? Intanto numerosi, tra i venti e i trent’anni, scontenti e confusi, generosi e arroganti, intrisi di un’ideologia che contribuiva non poco allo “onnipotentismo” tipico di ogni giovane generazione che si rispetti: convinti di aver trovato per sempre la chiave di volta del fluire della storia e della vita di ogni giorno. 

         Attraverso la figura del protagonista, Piero, flàneur marxista di provincia, quasi laureato, quasi sposato con Laura, quasi militante politico, l’Autore racconta la difficile ricerca di una qualsivoglia stabilità, professionale, emotiva, culturale, tra mille letture, tanto alte quanto disorganiche e mal assimilate, in una faticosa e difficile ricerca di senso. 

        Il nostro sgualcito e sconclusionato eroe, che si percepisce come “un emigrato senza il biglietto di ritorno”, si aggira tra illusioni e progressivi disincanti, tra le formidabili finalità perennemente poste all’ordine del giorno e la ricorrente scoperta della propria inesorabile mediocrità. 

        Delle pagine di Pardi, a quasi cinquant’anni dalla loro stesura, si apprezzano oggi la sincerità della scrittura, ben espressa attraverso la modalità di dialoghi secchi e taglienti, e la sua capacità di cogliere e riesprimere certe aree limacciose dell’esistenza: il continuo volere e disvolere, l’inettitudine a produrre scelte convinte e consapevoli, la compiaciuta condanna a una perenne inazione, una vita di relazione incompresa e incomprensibile agli altri e anche a se stessi. 

        È la fatica di vivere propria di ogni tempo e di ogni generazione: segnatamente di quella dei cosiddetti baby boomers, coloro che, secondo una diffusa vulgata storiografica, sarebbero stati dei privilegiati per aver intercettato, senza merito, la cosiddetta “età dell’oro” del secolo scorso

        Per chi ha attraversato quegli anni, però, non è stato per niente così. Perché non solo anche allora la materialità dell’esistenza non faceva sconti a nessuno e condizionava pesantemente i tuoi giorni, ma perché, senza averne consapevolezza piena, eravamo bloccati dietro a una maschera, inibiti dalla paura di non essere all’altezza dei compiti immensi che ci eravamo dati - l’uomo nuovo, il comunismo, la liberazione di tutti e tutte -, complici e vittime di una strana illusione ottico-visiva. Credevamo che fosse un’alba, invece era un crepuscolo: quel particolare momento della giornata in cui anche i nani riescono a proiettare di sé ombre gigantesche.

Pierantonio Pardi, Testimone il vino, Felici Editore, Pisa, 2023, collana I Cassetti, postfazione di Daniele Luti, pp. 118, Euro 15,00

29 luglio 2023

“Frammenti d’oblio” di Valeria Conca

 

di Marisa Cecchetti

        Max, Paula, Klara, Franz, sono i riferimenti affettivi di Else, giovane reporter che nel 1929 lavora a Berlino presso la redazione dell’Echtes Berlin. Alloggia presso Frau Paula Denker, vedova di guerra, senza figli, che ha per lei le attenzioni di una madre. Klara è l’amica segretaria, Franz Becker è un reporter della stessa testata, giovane di bell’aspetto, benestante, e azionario dell’Echtes Berlin.

        Else Engel va sempre di corsa, totalmente catturata dal lavoro che svolge come una missione, alla ricerca della verità per i suoi lettori, ricerca che non esclude il suo rischio personale. O forse si lascia assorbire totalmente dal lavoro per non pensare?

        Sotto il cumulo dei danni di guerra da ripagare, tira una brutta aria a  Berlino: anche se il lusso trabocca nelle vie del centro e caratterizza le notti nei cabaret, una massa di operai e di poveracci chiede giustizia sociale sfilando per le strade, con il sogno di una rivoluzione comunista che possa realizzare l’uguaglianza. Le manifestazioni vengono represse con violenza, si estende la paura del comunismo, si fa strada l’idea della eliminazione dei deboli secondo il principio di selezione naturale darwiniano, in un processo di igiene della razza.

       La nostra reporter cerca la verità su alcuni brutali omicidi che hanno insanguinato Berlino nel marzo di quell’anno, tutti legati da un elemento comune, una X rossa tracciata sulla bocca della vittima. Sono tutte persone benestanti, e poco ci vuole perché una certa stampa vi colga l’azione dei comunisti contro la società borghese, alimentando di conseguenza la caccia al comunista.

       Ma non è di questa idea Else, che vive le esperienze più pericolose e incredibili pur di rovesciare il pensiero comune. Si rende conto presto che non si può fidare di nessuno, per proteggersi, sa che deve dubitare di tutti, anche di chi si dimostra amico. Per fortuna accetta la collaborazione di Franz, il collega con cui è sempre aperta la competizione e la sfida: sono due intelligenze di alto livello e apparentemente non compatibili. Ed ha sempre con sé il fotografo, un ragazzo mite e gentile, Hugo, l’unico che sente davvero sincero.

       Jan frequenta le notti berlinesi e si sa con facilità dove trovarlo, è un informatore di cui Else ha imparato a fidarsi, che lavora in una macelleria, ammazza i maiali e vive in una famiglia disastrosa. L’assassino della X rossa continua intanto ad agire e muoiono delle persone care. Un colpevole fin troppo evidente finisce in galera. Else non ne è convinta.

      Ma chi è Max?

    Else non lo sa, lo ha dimenticato - amnesia dissociativa - eppure è il fratello che ha amato, per cui ha sofferto, a causa del quale ha abbandonato la famiglia a Jena ed è andata a Berlino. Ora alcune situazioni che lei vive le portano echi di una vita dimenticata, frammenti di conversazioni, di poesie, scene di vita - la sua - che riaffiorano, in un puzzle ancora da comporre che la devasta e la mette in pericolo.

       Dal passato emerge una figura di donna, ora attrice, Margot, la sua più cara amica d’infanzia, quella che l’ha protetta – Else era sempre silenziosa e riservata, ma bravissima – dal bullismo delle sue compagne di classe.

      Donna fatale, ammirata, potente, sicura, forgiata da un padre medico che le ha inculcato l’idea della selezione della razza. Attrice sul palco e nella vita fin da bambina: questa è la scoperta dolorosa di Else che finalmente può riallacciare il presente al passato, ritrovare le sue sofferenze e le sue emozioni, accettare una se stessa nuova, capace di chiedere perdono,  pronta a legami profondi, ora che la voce maligna non la tormenta più.

       Valeria Conca, giovanissima scrittrice lucchese al suo primo romanzo, è riuscita a creare un intreccio che tiene sospeso il lettore fino all’ultima pagina, capace di scendere dentro la psicologia dei personaggi e nell’intricato groviglio della mente umana. Ma questi Frammenti d’oblio sono anche un potente quadro socio politico della Germania di allora, che fa emergere già tutti i presupposti del grande male futuro.

 

Valeria Conca, Frammenti d’oblio, Tralerighe Editore 2023, pag. 432, € 22,00

 

 

 

28 luglio 2023

" Il mondo dei bambini" di Castrenze Bonanno

 

 Una favola, una speranza, un’evasione

di Giovanna Baldini      

      Il libro Il mondo dei bambini è una favola e l’autore, Castrense Bonanno, un sognatore.

      Una favola che anche gli adulti possono leggere, perché sognare non fa male a nessuno e il sogno può essere costruttivo e ispirare “a egregie cose”.

    Nel racconto si trovano tutti gli ingredienti delle storie per ragazzi. Appare Dio, affacciato alle nuvole, corrucciato, perché l’Uomo, la sua più alta creatura, è in procinto di distruggere se stesso e gli altri, ossessionato dalla smania di potere. E ci sono anche le personificazioni più comuni dell’immaginario infantile, il Sole, il Mare, la Luna, figli di Dio. Pure loro addolorati e impotenti di fronte allo spaventoso disastro che la mano dell’uomo va perpetrando sulla Natura.

       Con un intreccio più emotivo che razionale, l’Autore trova la soluzione della salvezza del pianeta attribuendo a Dio una decisione quanto meno fuori dall’ordinario. Egli metterà il governo del mondo nelle mani dei bambini, esseri puri e ingenui, scevri da ogni malizia, sicuro che sia la cosa giusta da fare portando, così, la favola al suo lieto fine.

      L’inquinamento si riduce, così come il buco nell’ozono, e i disastri ambientali diminuiscono; e tacciono anche le armi, che portano con sé massacri e stragi provocati da mezzi bellici sempre più micidiali e costosi: i bambini hanno ridato alla terra lo splendore dell’Eden con i colori e i profumi del mondo primigenio.

        Il libro si svolge sotto forma di dialogo tra una madre e una figlia. La madre racconta e la bambina, che ascolta attentamente, spesse volte la interrompe e le chiede notizie, commenti e riflessioni personali, astraendosi dal testo e riportando il discorso all’attualità. Che si arricchisce, quindi, di approfondimenti su temi scientifici come quello dell’evoluzione della specie umana o su alcuni processi chimici riguardanti i cambiamenti climatici.

        L’Autore dimostra di avere molti interessi e di essere riuscito a mettere a frutto il suo tempo, costretto in una lunga detenzione. Condizione che non gli ha impedito, però, di coltivare la passione per lo studio e la scrittura e nemmeno la capacità di sognare. Un piccolo libro, ma importante. Perché permette al Lettore di condividere il mondo fantastico dell’Autore, che a una grande immaginazione, unisce, nel suo raccontare, riflessioni e conoscenze sempre alla portata dei bambini.

 Castrenze Bonanno, Il mondo dei bambini, Edizioni La Grafica Pisana, 2023, Bientina (Pi)

24 luglio 2023

"Una ragazza molto bella" di Juliàn Lopez

 

di Giulietta Isola

“Credo che la mia paura più grande fosse che la pioggia inzuppasse mia madre, che la rendesse lacrima: di solito le ragazze molto belle si affliggono terribilmente davanti a un orizzonte scuro.”

        Una scrittura piena di grazia come la copertina che mostra un bambino con sua madre, una ragazza molto bella, che aspettano tenendosi la mano; aspettano qualcosa che ha a che fare con i militari sullo sfondo. Siamo negli anni Settanta , in Argentina la dittatura inghiotte silenziosamente giovani uomini e donne passati alla storia come desaparecidos, scomparsi. 

       Il narratore e protagonista è un bambino di sette che ha occhi solo per sua madre, una ragazza molto bella, imperfetta e incantevole. Di entrambi non sappiamo il nome, la loro bellezza si nutre del ricordo di una vita a due e della condivisione del loro tempo. 

        I due sono stati abbandonati dall’uomo di cui la ragazza era innamorata e che la ha lasciato un figlio, unico spettatore del suo fascino solitario, misto a ingenuità e risolutezza. Il bimbo sogna di sedersi a una caffetteria all’angolo di Buenos Aires a leggere il giornale, bere tazze di caffè nero doppio e fumare il pacchetto di 43/70, ma accetta di buon grado il grosso ice-cream soda che la madre ordinava per lui per farla contenta. 

         E’ un bambino molto sensibile, percepisce l’ansia e la solitudine della mamma, quando si allontana lui l’aspetta buono, senza farle troppe domande: “Quando arrivò mi resi conto di non conoscere la parola per definire quel modo di tornare; non era esattamente sollievo, era un insieme variabile di cose, un fardello rinnovato, una migliore distribuzione del peso che portava .Vederla tornare era una festa che per qualche ragione facevo in modo di non celebrare”.

       La trama si sviluppa intorno ai due protagonisti come un insieme di fotogrammi slegati rielaborati a distanza di anni con il risultato di un film magnifico, una storia da raccontarsi. 

       Il narratore coinvolge il lettore nell’ intimità delle giornate trascorse a ragionare su viaggi mai fatti , sul loro segreto modo di intendersi , fino alla sparizione della madre che segna la fine del racconto. Niente ha più bisogno di essere raccontato, ciò che andava raccontato era il tempo condiviso con lei, o quello dell’attesa del suo ritorno, adesso esiste solo il tempo del ricordo ed il bambino cresciuto, ormai adulto lo evoca con accuratezza .

        Fin dalle primissime parole egli racconta la sfuggente e totale presenza della madre, descrive le dita lunghe, il modo voluttuoso di spostare i folti capelli neri in contrasto con il bagliore della pelle, ricorda la maniera profonda di esprimersi, senza la presunzione di chi vuole impressionare, le argomentazioni indignate, offensive; ricorda che alla guida era straordinaria.    

        Movenze, piccoli particolari sono legati dalla poesia e da una narrazione spontanea, toccante che scalda tutto ciò che nomina e ancora di più ciò che tace, una narrazione accogliente, delicata e commovente che consiglio molto.   

“Non posso essere sopravvissuto a quella ragazza bella e sapere tutto quello che non so.”

 

UNA RAGAZZA MOLTO BELLA di JULIAN LOPEZ ALESSANDRO POLIDORO EDITORE