29 aprile 2024

"La bambolona" di Alba de Céspedes

 

di Marigabri

“In fondo, non aveva mai avuto voglia di niente, ma era andato avanti senza fermarsi, senza mai domandarsi qual era lo scopo della sua energia; anzi, come se quell’energia fosse il suo solo motivo.”

           Sorprende Alba de Céspedes con questo romanzo uscito nel 1967 assumendo il punto di vista dell’avvocato Giulio Broggini, borghese facoltoso e accumulatore seriale di avventure a tempo con donne avvenenti e disinibite.

      Esempio emblematico di maschilismo italiano, Giulio rappresenta una società, quella rampante degli anni Sessanta, e una città, Roma, dove il divario tra ricchi e poveri è direttamente proporzionale a quello che ancora sussiste tra possidenti acculturati e nullatenenti ignoranti (ma con molte aspirazioni a diventare dei ben pasciuti piccolo-borghesi).

       In questo contesto si inserisce la storia dell’annoiato e scaltrito avvocato quarantenne che all’improvviso s’incapriccia di Ivana, una diciassettenne procace e imbronciata, che sembra essere priva di vere emozioni.

       Non ha dubbi Giulio, abituato a vedere soddisfatti i propri desideri: quella scontrosa bambola di carne lui deve averla, anche a costo di sposarsela. È così che l’avvocato tesse le sua tela e, seguendo la formosa fanciulla, arriva in un quartiere popolare dove va a conoscere i genitori di lei, i modesti coniugi Scarapecchia, di origine calabrese, mentre è vegliato nell’ombra e tacitamente sorvegliato da un loro misterioso parente questurino. Con il quale imbastisce pittoreschi vaniloqui mentali e prove di forza altrettanto immaginarie (volte a stabilire chi ce l’ha più lungo?).

      Ma è con sé stesso che lo scafato viveur se la deve vedere. Con la propria smania di oggettualizzare chi oggetto non sarà mai: l’ottusa “bambolona”, infatti, è tutt’altro che stupida ma dovremo arrivare alla fine della storia per averne la prova e vedere soddisfatti i nostri voraci appetiti di lettrici e lettori.

      Il programma di seduzione messo in atto dall’avvocato è perciò destinato a incontrare l’imprevedibile comportamento di una ragazza apparentemente ingenua ma ben provvista, in realtà, delle spiazzanti risorse tipiche della giovinezza.

      Questa commedia grottesca e amara conferma il grande talento di Alba de Céspedes che procede con mirabile lucidità a ritrarre una società, quella italiana del boom, piena di contraddizioni ben presto destinate all’implosione e nel contempo a svelare il fallimento e l’implicita tristezza dei rapporti umani superficiali e utilitaristici.

Alba De Céspedes. La bambolona. Mondadori 

07 aprile 2024

"La nonna giovane" di Beppe Calabretta

 

 

di Marisa Cecchetti

       Caterina, Vera e Bianca sono madre, figlia e nipote - la madre non arriva ai quarant’anni - al centro della storia di Beppe Calabretta, oltre ad un commissario di polizia, ad un uomo momentaneamente smemorato e a qualche comparsa. Se il titolo di per sé incuriosisce, quando si entra nel loro mondo la curiosità diventa maggiore.

Si scopre che la madre, ciò la nonna, è un avvocato, che la figlia Vera è nella fase di allattamento e frequenta la scuola superiore, che la sua piccola Bianca è gestita da entrambe le donne con tempi regolarmente suddivisi, grazie al fatto che Caterina ha lo studio legale sotto casa. Una famiglia non comune, ma ordinata, che sembra serena.

   Un giorno, di ritorno dai giardini pubblici con la bambina, Caterina sente suonare, apre, non fa in tempo a vedere un uomo davanti alla porta, che  lui si accascia per terra privo di sensi. Chi è? Perché cerca proprio lei? Entra dunque in scena un commissario a cui è affidata la soluzione, complicata dal fatto che l’uomo sembra avere dimenticato tutto di sé.

   Il tema della smemoratezza acquista un peso notevole, infatti anche Caterina è in lotta con ricordi lontani che non riesce a ricostruire: al centro hanno la figura del nonno, che svanisce quando sta per pronunciare parole importanti che lei ha dimenticato. C’è qualcosa di doloroso, come una ferita nascosta dalla nebbia, che ha lasciato nel suo sguardo un velo di tristezza: se ne accorge presto il commissario quando cominciano a frequentarsi. Quale mistero deve ancora venire alla luce?

  In modo leggero, che non si compiace di scavare nel dramma, in un alternarsi di prima e terza persona, di dialogo, riflessione individuale e narrato, Beppe Calabretta affronta il tema del dolore, quello tanto forte da causare amnesie momentanee o rimozioni durature: solo la scoperta delle radici, delle cause della sofferenza, può permettere di recuperare se stessi e intervenire dove necessario.

   Vera è una adolescente che si trova a essere madre per caso, per distrazione: quando è lontana dalla piccola Bianca, quando non si sente investita dai propri doveri educativi, riprende con gusto il linguaggio colorito dei suoi coetanei. Come incredula di fronte alla profonda trasformazione della sua vita, si pone domande che si farebbe un infante, che strappano un sorriso.

   Questa famiglia così ben organizzata nelle sua unicità porta in sé un  messaggio forte, quello del superamento di ogni pregiudizio e di ogni stereotipo, del coraggio di affrontare le conseguenze dei propri atti ed errori, quando si possono trasformare in un percorso di amore.


Beppe Calabretta, La nonna giovane, Tralerighe Editore 2024, pag. 120