16 settembre 2019

"Quella volta che il Volto Santo rise" di Franco Fantozzi

Uno scanzonato - ma non troppo - private eye di provincia

di Luciano Luciani

Allora la Città Murata può vantare ancora un altro “sceriffo”, ovvero l'ennesimo eroe indagatore che, vuoi per soldi, vuoi per un'apprezzabile etica professionale, non può sopportare che il Male si aggiri per le strade e le piazze di Lucca e nei suoi immediati dintorni. Non è un poliziotto e nemmeno un carabiniere, neanche un giornalista e neppure un magistrato: è un private eye, un investigatore privato, mestiere più adatto a scenari metropolitani che a città di provincia al di sotto dei centomila abitanti. Però, i fattacci - ve lo siete già  dimenticato il Mostro di Firenze? -  accadono anche in Toscana e i suoi misteri, le sue trame efferate, i suoi feroci primi attori non sfigurano di sicuro con i truci protagonisti degli scenari mega-urbani di Roma, Milano, Parigi o Londra... 

Certo, la storia noir in salsa lucchese, sia pure abilmente elaborata dall'Autore, mantiene fin troppo riconoscibili sapori locali che però, per dirla come si usa da queste parti tra il Serchio, le Apuane e il mare, non “stuccano” perché fanno identità e sollecitano l'appartenenza. Così, non ci disturbano il gergo indigeno di Frenk, il protagonista in scena dalla prima all'ultima pagina che racconta in prima persona; certi giochi di parole un po' insistiti; location alquanto risapute e riferimenti a fatti e personaggi noti solo agli autoctoni e per di più di una certa età. 


La novità di queste pagine sono altre e riscattano a pieno certi eccessi di tipicità: per esempio, le doti ESP (extra sensory perception) del Nostro investigatore privato. Ovvero, i suoi personalissimi canali di informazione estranei alla scienza e fuori da ogni metodo scientifico: Frenk Maniscalchi, infatti, titolare della rinomata Agenzia Frenkenson, ormai oltre la mezza età e già nonno di nipoti grandicelli, parla con la gatta Lucrezia, tutt'altro che avara di dritte utili per la soluzione dei casi, anche se piuttosto sibilline, e, udite,udite, conversa niente meno che col Volto Santo, il Cristo nero e ligneo conservato nel duomo di San Martino e da quasi un millennio venerato dai Lucchesi e non solo. Se, poi, a tali formidabili aiutanti dell'eroe ci aggiungete il servizio informazioni garantito dalla Similanza, una simpatica banda di drop out  che agisce sempre in bilico sul sottile confine tra legalità e illegalità, anche il più scettico dei Lettori, oltre a essere conquistato da questa storia “al limite” tra ironia e dramma, non potrà nutrire dubbi circa la necessaria vittoria del Bene sul Male, dell'onestà sul crimine. 

Così, nei canonici tre giorni - tempo limite datosi dal Maniscalchi per la soluzione di tutti i suoi casi – il Nostro, lucense incarnazione dell'indimenticabile, ma meno simpatico, Hercule Poirot, risolve il difficile caso della morte enigmatica e violenta di un noto industriale dolciario produttore del rinomato in tutto il mondo Brucellato Delight. Trionfa, come si conviene a ogni buon poliziesco, la verità, ma lo sguardo che questa vicenda permette di gettare sui nostri tempi malmostosi non è per nulla consolante: antiche pulsioni, il denaro, la gelosia, il potere, il tradimento, si coniugano secondo nuove modalità. L'Autore, travestito da intrattenitore, le registra e prova a individuarne le oscure motivazioni: non tragga in inganno la sua maschera cordiale, bonaria, ottimista... 

Serpeggia tra le pagine, apparentemente disincantate, tutta la fatica che costa cercare di tenere a bada il caos. Frenk Maniscalchi per farlo usa le armi che può, che sa, quelle proprie degli uomini: la razionalità, un innato senso di giustizia, la conoscenza di cosa è sbagliato, una profonda pietas... Questa particolare battaglia la vince, ma, ne siamo sicuri, altre ne verranno, più sode, puntute, taglienti.

Franco Fantozzi, Quella volta che il Volto Santo rise, Carmignani editrice, Pisa 2019, Euro 13,00









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