14 settembre 2023

"Furore" di John Steinbeck

 

di Marigabri

“Gli affamati arrivano con le reticelle per ripescare le patate buttate nel fiume, ma le guardie li ricacciano indietro; arrivano con i catorci sferraglianti per raccattare le arance al macero, ma le trovano zuppe di kerosene. Allora restano immobili a guardare le patate trascinate dalla corrente, ad ascoltare gli strilli di maiali sgozzati nei fossi e ricoperti di calce viva, a guardare le montagne di arance che si sciolgono in una poltiglia putrida; e nei loro occhi cresce il furore. Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.

        L’epopea di un popolo dell’Oklahoma in fuga dalla miseria dei campi divorati dalla polvere verso l’opulento Ovest, lungo la mitica Route 66; il racconto splendido e terribile di come la sventura spinga gli esseri umani di ogni tempo a cercare un posto dove poter vivere in pace; la tragedia di una migrazione come tutte le migrazioni travagliata e respinta; l’esempio universale di come gli uomini possano ignorare il grido di aiuto di altri uomini, di come possano respingerli, sfruttarli, tormentarli; la rappresentazione di un potere che distrugge, di una legge che affama e non potrà mai essere espressione di giustizia; l’esempio di come esseri umani stretti da un vincolo affettivo forte, lacerati dal bisogno, assillati dalla fame ma mossi dal desiderio di riscatto, possano continuare a sperare, a lottare, a cercare vita dalle macerie di un mondo sopraffatto dalla violenza della natura e dell’egoismo umano.

La prova che si può essere sconfitti e non sottomessi.

Cadere mille volte e rialzarsi sempre.

       I Joad, inscritti nell’universo letterario degli eroi. Quelli veri, fatti di carne, sangue, dolore, lacrime e integerrima fiducia nell’intima bontà del cuore umano.

John Steinbeck. Furore. Bompiani

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