07 aprile 2024

"La nonna giovane" di Beppe Calabretta

 

 

di Marisa Cecchetti

       Caterina, Vera e Bianca sono madre, figlia e nipote - la madre non arriva ai quarant’anni - al centro della storia di Beppe Calabretta, oltre ad un commissario di polizia, ad un uomo momentaneamente smemorato e a qualche comparsa. Se il titolo di per sé incuriosisce, quando si entra nel loro mondo la curiosità diventa maggiore.

Si scopre che la madre, ciò la nonna, è un avvocato, che la figlia Vera è nella fase di allattamento e frequenta la scuola superiore, che la sua piccola Bianca è gestita da entrambe le donne con tempi regolarmente suddivisi, grazie al fatto che Caterina ha lo studio legale sotto casa. Una famiglia non comune, ma ordinata, che sembra serena.

   Un giorno, di ritorno dai giardini pubblici con la bambina, Caterina sente suonare, apre, non fa in tempo a vedere un uomo davanti alla porta, che  lui si accascia per terra privo di sensi. Chi è? Perché cerca proprio lei? Entra dunque in scena un commissario a cui è affidata la soluzione, complicata dal fatto che l’uomo sembra avere dimenticato tutto di sé.

   Il tema della smemoratezza acquista un peso notevole, infatti anche Caterina è in lotta con ricordi lontani che non riesce a ricostruire: al centro hanno la figura del nonno, che svanisce quando sta per pronunciare parole importanti che lei ha dimenticato. C’è qualcosa di doloroso, come una ferita nascosta dalla nebbia, che ha lasciato nel suo sguardo un velo di tristezza: se ne accorge presto il commissario quando cominciano a frequentarsi. Quale mistero deve ancora venire alla luce?

  In modo leggero, che non si compiace di scavare nel dramma, in un alternarsi di prima e terza persona, di dialogo, riflessione individuale e narrato, Beppe Calabretta affronta il tema del dolore, quello tanto forte da causare amnesie momentanee o rimozioni durature: solo la scoperta delle radici, delle cause della sofferenza, può permettere di recuperare se stessi e intervenire dove necessario.

   Vera è una adolescente che si trova a essere madre per caso, per distrazione: quando è lontana dalla piccola Bianca, quando non si sente investita dai propri doveri educativi, riprende con gusto il linguaggio colorito dei suoi coetanei. Come incredula di fronte alla profonda trasformazione della sua vita, si pone domande che si farebbe un infante, che strappano un sorriso.

   Questa famiglia così ben organizzata nelle sua unicità porta in sé un  messaggio forte, quello del superamento di ogni pregiudizio e di ogni stereotipo, del coraggio di affrontare le conseguenze dei propri atti ed errori, quando si possono trasformare in un percorso di amore.


Beppe Calabretta, La nonna giovane, Tralerighe Editore 2024, pag. 120

 

 

 

 

 

 

 

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