E’ un bellissimo racconto, senza debolezze. Lo è , perché attraverso la storia del cavallo, Tolstoj ci racconta la vita: la nascita, lo sviluppo difficile, il momento di grande felicità, la vecchiaia ed infine, con asciutta inesorabile verità, la morte.
E’ un cavallo, ma potrebbe essere una persona. Del cavallo ha il corpo, la forza, la snellezza; della persona memoria, sensibilità, intelligenza. Ci sono momenti di grande poesia; momenti che si desidererebbe vivere, perché la pagina ce li ha trasmessi con una grandezza di senso da renderli desiderabili.
Alcuni attimi che, seppure tolti dal contesto, illuminano visivamente e poeticamente il fluire della vita.
“In mezzo al cortile illuminato dalla luna si profilava l’alta e magra figura del castrone, la sella alta col suo pomo sporgente. I cavalli gli stavano intorno, immobili e nel più profondo silenzio…”
“Avevo amiche e compagni. Imparavamo insieme a mangiare l’erba, a nitrire come i grandi e a galoppare con la coda al vento intorno alle nostre madri. Fu un tempo felice. Tutto mi era permesso, tutti mi amavano e consideravano con indulgenza quanto facevo. Ma non durò a lungo”.
Lev Nikolaevic Tolstoj. Passolungo –Storia di un cavallo- Traduzione di Corrado Alvaro. SE.
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