06 gennaio 2015

“Oneta. Viaggio nella Valle del Serchio” di Gianni Quilici






Corsagna vista da Oneta, insieme alla Valle del Serchio. 
Nel centro storico di Borgo a Mozzano si prende una strada a sinistra che subito sale; si costeggia per un tratto, magnifica visione dall’alto, il Ponte del Diavolo; si supera la Pieve di Cerreto e improvvisamente appare la neve ai bordi della strada, fino ad arrivare, dopo una breve discesa, a Oneta, a circa 314 metri di altezza.

Il paese si trova in una bella posizione aperta alla luce, di fronte la valle del Serchio, più lontane le colline con Corsagna ed alle spalle una collinetta con pini e alberi nudi. Si scende dalla macchina in un parcheggio sufficientemente ampio, quando si accende una di quelle fastidiose sirene d’allarme, chissà se da una macchina o da una casa, a cui si contrappongono, in un curioso contrasto, latrati di cani in lontananza.


foto Gianni Quilici
Oneta, ad una prima impressione sembra un paese un po’ ibrido (troppi colori tendenti al grigiastro) e malinconico (pare un po’ abbandonato), ma appena imbocchiamo la via principale, IV novembre, questa sensazione viene sostituita dal sentimento di autenticità che danno la  strada in pietra attraversata da un sottopassaggio, con il muretto di pietre a secco e case vecchie e più in alto la visione dimezzata del bel  campanile turrito. Soltanto sullo sfondo degli innocenti manifesti colorati attaccati al muro rompono appena questa unitarietà. 

foto Gianni Quilici
 Sensazione che si rinforza sulla piazzetta XX settembre ancora ricoperta di neve con i colombi in una grande voliera. Da lì si vede, infatti, il fianco della Chiesa di S. Ilario, rimaneggiata in più riprese, come è visibile da arcate chiuse successivamente; ma l’insieme eterogeneo di pietre, sassi e mattoni si armonizza comunque con il muro e la strada, con una fontanella raccolta in una bella nicchia e con una scultura che rappresenta un paracadutista, Daniele Matelli, caduto in servizio nel 1971 nelle acque della Meloria.

In un lato della piazzetta XX settembre si trova invece un pregevole bassorilievo, probabilmente recente, di Madonna con il bambino dai tratti sottilmente interiorizzati e più avanti alcuni palazzi ben ristrutturati con portali di bugnato, case invece abbandonate, cortili e perfino una palma.

foto Gianni Quilici
Uno dei punti più significativi, nella piazzetta della chiesa con il cavalcavia che conduce ad una casa, presumo, parrocchiale, sono gli scalini di pietra, che in due rampe (come si vede nella foto) portano alla piazzetta con al centro una graziosa grotta con madonnina.

“In paese sono rimasti circa un centinaio di persone” mi dice una giovane donna che da sempre abita ad Oneta “ con un comitato paesano che organizza ogni tre anni la festa di S. Lucia,  festeggiata proprio quest’anno a Natale, come è possibile vedere in un video presente nella rete” .

Quando ritorno alla macchina mi aspetta una luna bianca e luminosa, che risplende in un cielo celeste punteggiato da tante nuvolette color dell’arancio. E’ così sorprendente che non posso fare a meno di fotografarla più volte scegliendo diversi punti di vista: fra le luci degli auguri di buone feste,  fra rami di alberi, da sola con le nuvolette.


Oneta (Borgo a Mozzano), 1 gennaio 2015





 

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