08 maggio 2017

“Il bambino e il gattino” di Vladimir Zotov



di Gianni Quilici

Succede ogni tanto di scoprire una foto notevole e, attraverso questa, un fotografo semisconosciuto su cui si viene a sapere ben poco. E’ il caso di questa foto di immediata poeticità e del suo autore, Vladimir Zotov, nato in Russia, a Novgorod, nel 1939.

In una rara intervista all’autore, tradotta malamente dal russo, vengo a sapere che la   foto è stata scattata a Cipro nelle vie del porto di Limasse. Vladimir Zotov  era, infatti, rimasto colpito dal bambino (e si intuisce perché) e lo stava fotografando, quando è apparso lui, il gattino bianco e nero, che, per qualche secondo, si è posto, eretto sulle zampe posteriori, davanti al ragazzo e lo fissava intensamente  con una concentrazione, verrebbe da dire, (più che) umana, considerando la media della pluralità dell’umana gente.

La grandezza dello scatto  ha il suo fulcro in questo rapporto: da una parte il bambino intento a suonare il flauto, delizioso con i piedi scalzi poggiati su gradini consumati di un palazzo (forse), le braccia nude tanto da apparire, inserito in un ambiente agreste, quasi come soggetto mitologico; di fronte il gatto, formidabile nell’attenzione assoluta dei suoi occhi. 

Tuttavia dentro la centralità poetica di questo rapporto va considerato il punto di vista di Zotov. Uno scatto verticale che, scolpendo da vicino i due protagonisti,  dà loro uno sfondo: la via coi palazzi e lontano un uomo forse in sella ad una motoretta.  Una linea di fuga che con lo sfocato dona all’immagine dinamicità e allo stesso tempo una dimensione onirica.

  

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