13 aprile 2020

“Ragazzi che giocano tra le onde” di Martin Munkacsi


nota di Gianni Quilici

Questa foto scattata dal fotografo ungherese Martin Munkacsi (1896-1963) considerato ai suoi tempi uno dei più famosi e pagati fotoreporter del mondo, morto però povero e dimenticato (così va la vita ), è famosa per due ragioni.

La prima e decisiva è la foto in sé.
Raramente è stata espressa così efficacemente la pura e semplice gioia in uno scatto.
Perché è una gioia adolescenziale e fisica, nuda e primordiale, immediata e collettiva con una motivazione viva: la corsa verso un orizzonte seducente, appena fatto baluginare, l’acqua di un lago, il lago Tanganica, in Liberia.

Osservando con sguardo più analitico l’immagine si possono cogliere alcuni dettagli che sviluppano ancora di più il vigore espressivo dello scatto.
Innanzitutto la disposizione dei ragazzi in corsa, colti senza sovrapposizioni a formare quasi un triangolo,  con al vertice il primo ragazzo, con la mano sollevata quasi salutasse inebriato l’impatto con l’acqua; ed ancora più vibrante il ragazzo  in primo piano: corpo ondeggiante e  piede sollevato nella corsa. Infine l’elemento cromatico: le silhouette dei ragazzi nudi e neri, che correndo si stagliano contro la spuma bianca e schiumosa dell’onda del lago, illuminata dal sole.

E’ una di quelle foto, in cui tu riesci a fermare l’istante o altrimenti sei fregato; ciò che hai visto non c’è più. Munkacsi non ha avuto tempo di pensare. L’ha intuita e l’ha realizzata con una buona dose di fortuna, necessaria sempre, in queste situazioni.

Non a caso, ed è la seconda osservazione, che Cartier-Bresson fu colpito da questa immagine, tanto da abbandonare la pittura e a trasformarsi in fotografo.
Scrisse, infatti, il grande fotografo francese: “Per me è stata la scintilla che ha acceso il mio entusiasmo. Ho capito improvvisamente che la fotografia, catturando l’istante, poteva raggiungere l’eternità. E’ stata l’unica foto che mi abbia influenzato: ha una tale intensità, una tale gioia di vivere, un tale senso di meraviglia, che ancora mi affascina”

Martin Munkacsi. Liberia lago Tanganica. 1931.   

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