27 marzo 2024

"Ci diciamo l'oscuro" di Helmut Bottiger

 


di Giulietta Isola

La mia vita finisce, perché lui è annegato nel fiume durante la deportazione. Era la mia vita. L’ho amato più della mia vita”.

                   Ingerborg Bachmann e Paul Celan, due dei più grandi poeti del Novecento , parlavano la lingua “oscura” della poesia. I due hanno condiviso una grande travolgente storia d’amore per sei settimane, non hanno quasi avuto il tempo di conoscersi, ma la grandezza di una storia d’amore non ha niente a che vedere con la sua durata. 

           Siamo a Vienna, nell’Europa distrutta del secondo dopoguerra , in questo clima inquietante nasce l’esigenza di una presa di coscienza, di una riflessione profonda su quelli che sono stati i mali del totalitarismo, della

guerra, delle bombe, di quell’aberrazione che era stato l’Olocausto. 

         Celan, nato in Ucraina da genitori ebrei, visse la tragedia della loro deportazione e del loro sterminio nei lager nazisti, evento che lo segnò in maniera irreversibile. Si trasferì poi in Romania, fuggì ancora per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche del regime comunista di Ceausescu, approdando a Vienna, dove incontrò la Bachmann ivi giunta dalla Carinzia alla ricerca della sua affermazione di giovane poeta emergente. Ma anche Vienna è ostile agli ebrei, Celan si trasferisce a Parigi, si afferma come poeta influenzando profondamente, sia pure a distanza, la Bachmann. Da Parigi intrecciò rapporti con i maggiori letterati e poeti dell’epoca. La Bachmann era a sua volta rimasta profondamente segnata dalla dichiarata adesione del padre al nazismo, e dall’aver visto sfilare le truppe di Hitler sotto le sue finestre in occasione dell’annessione dell’Austria al terzo Reich. 

          La storia fra i due è continuata a distanza, non si è mai interrotta nonostante incomprensioni, dissidi e recriminazioni, ognuno viveva altre storie di cui rendeva partecipe l’altro. La monumentale coppia della letteratura tedesca del dopoguerra elabora una poesia in grado di esprimere la contemporaneità̀ e di legare l’impegno letterario alla questione morale. Si scrivono, cercano di esprimere l’oscurità e l’indicibile con le parole, le loro lettere evidenziano bene i sentimenti di colpa e responsabilità che i due sentono verso la storia recente, fino al baratro psicologico della Bachmann e al suicidio di Celan. 

       Incontri letterari, sfioramenti, silenzi e assenze , il loro rapporto con la poesia ed i traumi da entrambi vissuti nel periodo bellico sono in questo libro che oltre alla semplice narrazione di una storia d’amore contiene elementi di critica letteraria e di carattere filosofico, che lo rendono complesso e dalla lettura non sempre agevole.

“noi ci guardiamo, noi ci diciamo cose oscure

ci amiamo l’un l’altra come papavero e memoria

dormiamo come vino nelle conchiglie,

come il mare nel raggio sanguigno della luna.

È tempo che la pietra accetti di fiorire,

che l’affanno faccia battere un cuore.

È tempo che sia tempo.

È tempo.”

CI DICIAMO L’OSCURO di HELMUT BOTTIGER NERI POZZA EDITORE

 

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