Gli umili fanno e scrivono la storia
di Giovanna Baldini
Non solo gli scrittori di chiara fama scrivono. Nella lunga storia dell’umanità l’uomo ha sempre sentito l’esigenza di lasciare traccia di sé, dalle pitture rupestri dell’Hoggar ai diari di viaggio, alle cronache medievali e così via. Si annotano vite, azioni, fatti memorabili di famiglie, comunità agricole e società civili. Gli autori sono uomini di varia cultura, appena colti o quasi analfabeti, ma tutti ugualmente spinti dall’interesse di trasmettere ai contemporanei o ai figli e discendenti una traccia della loro esistenza nel mondo e di quello che accadeva intorno a loro.
Sono curati di campagna e montani, speziali e mercenari, guardiani di porci e vinai. Toscani e dei luoghi vicini, abitanti dell’Appennino tosco-emiliano e oltre, verso nord, modenesi, come la suora che scrisse una Cronica modenese della suor Pioppa, giornalista ante litteram del Cinquecento.
Tutto questo e molto altro si trova nel bel libro L’Erodoto che guardava i maiali. E altre storie popolari. 1300-1600 di Duccio Balestracci, storico medievale, già professore ordinario all’Università di Siena.
L’Autore si occupa della storia dal basso, quella che si trova in appunti, memoriali, diari personali e resoconti ufficiali, scritti da persone comuni, in genere poco alfabetizzate, per le quali, comunque, mettere nero su bianco fa parte del loro lavoro.
E ce ne sono molte di queste storie di gente comune: quella del muratore Gasparo, bolognese, figlio di Filippo di Domenico Nadi, conciapelli. Considerato architetto, lavorò per il duca di Milano, il signore di Mantova e costruì opere importanti a Bologna. Siamo nel XV secolo e Gasparo stesso lo lascia scritto: “Io guasparo naqui da 1418”.
Da questi e altri documenti simili, letti, trascritti, indagati dalla perizia dello storico Balestracci si ricostruisce la nostra storia, da punti di vista diversi e molto interessanti, anche sconosciuti. Si hanno, per esempio, notizie sul clima, gli inverni freddissimi, le eccezionali nevicate o il caldo fuori stagione.
E anche notizie minime e private su fatti epocali come la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia diventano importanti. Il parroco della chiesetta sull’Appennino annota il passaggio dell’esercito, una catastrofe di morte e distruzione per la gente comune, travolta nella sua quotidianità.
La storia narrata in questo libro si può dire che è più bella e divertente di quella ufficiale. È la vita vera, senza filtri culturali o sociali, senza atteggiamenti encomiastici o furbeschi, sono fatti riportati secondo il punto di vista privatissimo dello scrivente. Gli uomini e le donne che ci parlano da un lontano passato, hanno subito, affrontato, sopportato guerre e carestie, pestilenze e malattie innominabili come la sifilide, si sono industriati nel bene e nel male per progredire, andare avanti e migliorare. Qualche volta raggiungendo traguardi ammirevoli, talaltra soccombendo.
Allora come ora.
Come Aurelio Scetti, vogatore incatenato al remo della galea “Pisana” che partecipò alla battaglia di Lepanto (1571); era stato processato per un reato che oggi definiremmo femminicidio e in segreto graziato dal granduca Medici, e tanti altri che lasciarono notizie di sé.
Meritoria la pubblicazione del libro che raccoglie numerosissime testimonianze dal 1300 al 1600.
Secondo gli intendimenti delle “Annales” la storia che si legge sui libri di scuola prima di tutti la scrisse la gente comune. Un po’ sgrammaticata e incolta, ma con tanta voglia di essere ricordata e di trasmettere ai posteri le loro esistenze: una storia sociale a lungo termine. Con una lingua parlata nelle varietà dialettali di paesi e villaggi e città: nel caso del libro, centro-settentrionali, scritta così come veniva ascoltata e intesa.
È grazie a loro che il nostro passato è presente.
L’Autore sceglie uno stile piano e un linguaggio discorsivo, adatto a un’opera di divulgazione che attragga il lettore verso la conoscenza di temi che potrebbero sembrare di scarsa fruibilità, difficili e poco interessanti.
Duccio Balestracci, L’Erodoto che guardava i maiali e altre storie popolari 1300-1600, Editori Glf Laterza, Città di Castello (PG) 2025, pp.239, euro 20,00
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