05 aprile 2009
“Verduraio” foto di Weegee
di Gianni Quilici
Subito si percepisce la forza espressiva dello scatto.
Per due elementi che sovrapponendosi però anche si integrano.
Una bellissima foto naturalistica. Il verduraio affaticato e rassegnato. Il berretto sul capo, la barba fluente ed incolta, il cappotto aperto e sdrucito. E il suo quadrupede (mulo?), che lo accompagna, a lui quasi simile, nella grande massa corporea muta e paziente con una zampa avanti ed una indietro a segnalare un cammino.
Su questo quadro di umana quotidianità si sovrappongono dei fiocchi di neve, che fanno assumere alla foto una dimensione vagamente metafisica, come se un pittore, con delle pennellate, avesse voluto accentuare e, per certi versi, ingentilire questo scenario di fatica notturna
Il risultato è che Weegee dà all'immagine una resa realistica ed insieme visionaria, fotografica ed insieme pittorica e ce la sbatte, più da vicino possibile, negli occhi.
Il fotografo è Weegee, uno di quei fotografi che hanno rivoluzionato il modo di intendere la fotografia nel primo novecento.
Scrive Andrea L. Casiraghi: “Uno stile estremamente diretto e schietto. Weegee è il fotografo notturno per eccellenza, colui che, più di tutti, si è immerso in atmosfere di un incredibile spessore drammatico. Fotografò poco il degrado della vita, concentrandosi invece, con molta efficacia, sul degrado del costume, sulla fine del sogno, sul ritorno alla realtà. Scelse la notte nella quale sempre ritrovò i suoi soggetti migliori, le sue analisi di vite in disfacimento, in decadenza”.