25 dicembre 2010

" Viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi

di Gianni Quilici

L'intenzione era leggere questo libro di Antonio Tabucchi con un atlante geografico e, in certe pagine, con cartine stradali. Così non è stato. L'ho letto, infatti, disteso nel letto e a tarda serata, e rapidamente. L'ho soltanto sottolineato e qua e là annotato.

La prima impressione: è un libro di viaggi, non “di viaggi fatti per poi diventare letteratura di viaggi”. Non c'è la compattezza dello sguardo e delle elaborazioni concatenate tra presente-passato, che si trovano, per esempio, nei libri di viaggio di Alberto Moravia. Sono, tranne alcuni casi, articoli giornalistici, che stimolano innanzitutto il desiderio di viaggiare, di vedere quel luogo o quei luoghi, di leggere anche, perché i libri di viaggio sono strumenti necessari a priori del muoversi. Di vivere, soprattutto alcuni di quei momenti, che Peter Handke, nella poesia prosaica “Canto alla durata” evidenzia come gli attimi, che danno senso al tempo.

Ed infatti il libro non solo rappresenta o riflette, ma pure consiglia. Consiglia quel ristorante-trattoria, quell'albergo, quel luogo, quel dettaglio. Così troviamo Place de Furstenberg e il Jardin des Plantes a Parigi; il “cimitero marino" di Sète, in Linguadoca, con la tomba di Paul Valery; il Prado di Madrid con i suoi Goya e l'Escorial dove c'e' un ''Velazquez ''che a una prima occhiata sembra un Piero della Francesca; il silenzio di Mougins, amata da Picasso, in Provenza; la più bella città monumentale della Svizzera, Soleure; i picchi impervi, le gole dantesche, gli altopiani maestosi, i dolci colli di Creta; la tomba di Tanizaki nella bellissima Kyoto; la bellezza architettonica della stazione di Washington; gli straordinari piatti messicani; il caotico Cairo con il suo antico Cafe' Fishawi, dove Mahfuz andava, nei pomeriggi, a scrivere; l'Australia dell'Hanging Rock, il ''pietrone'' dove scomparvero misteriosamente tre ragazzine in gita con le insegnanti; un tuffo nella ''geografia immaginaria di Gregor von Rezzori''; le strade di Buenos Aires con Borges; tante idee e suggestioni dall'India e dalla sua Lisbona con la presenza di Pessoa; e del Portogallo la regione più contagiosa e più autentica l'Alentejo.

Le pagine più belle sono quelle narrative, in cui Tabucchi racconta. Come quando da Madras vuole raggiungere Kancheepuram e Mahabalipuram, due città sante del Sud dell'India ed è costretto per ragioni di sicurezza ad andare con un autista, un tipo silenzioso e reticente, in un viaggio molto lungo, con un caldo terrificante, una strada piena di buche, un finestrino che non si abbassa, una camicia incollata alla schiena per il sudore e ad un tratto si trova davanti un passaggio a livello chiuso. “In India” scrive Tabucchi “ad un passaggio a livello si può trovare di tutto” Ed infatti ecco un risciò motorizzato con un guidatore dipinto di giallo e con un'enorme scritta indecifrabile, un uomo in bici con una garza sulla bocca, un elefante con la fronte dipinta di segni violetti cavalcato dal suo karnak e infine una motoretta, guidata da un uomo abbastanza giovane con due segni colorati sulla fronte e una camicia bianca che gli arriva alle ginocchia, che si piazza alla destra del taxi, proprio accanto allo scrittore, con dietro sul portabagli “un involucro lungo e sottile avvolto in bende bianche, come un enorme sfilatino”... Tabucchi, dopo aver creato una situazione psicologica e uno scenario “esotico”, ci delizierà con una sorpresa: cosa conterrà quell'enorme, insolito sfilatino lungo e sottile?.

Altrettanto belle sono le pagine in cui Tabucchi riflette sul viaggiare, che è il filo interiore che raccoglie articoli nati da viaggi per '' farne un galleggiante unico, una barca, una canoa... verso un'unica direzione: il viaggio di un libro''.

Ecco quindi che “un luogo non è mai solo quel luogo: quel luogo siamo un po' anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati...»

Perciò scrive Tabucchi: ''Scoprirli è come esplorare gli insondabili abissi dell'animo umano, con le infinite gradazioni dei sentimenti che ci nutrono, dalla tolleranza al rancore, dall'odio alla vendetta al perdono, dal tenero amore filiale fino alla passione piu' furibonda''.

Antonio Tabucchi. Viaggi e altri viaggi. Feltrinelli. Euro 17.50.