di Mimmo Mastrangelo
Che Pablo Echaurren crei e realizzi da una vita, dipinti, illustrazioni, fumetti di una preziosità sconfinata è risaputo, per cui non può più di tanto destare sorpresa se un suo grafich novel (uno dei primi usciti in Italia) passi ad essere un prodotto cult e venga ristampato dopo un quarto di secolo.
Il romanzo a fumetto in questione è “Majakovskij” e viene riproposto dalla Gallucci, la casa editrice con cui l’artista romano ha già pubblicato “Contro storia dell’arte” e “Caffeina Europa vita di Martinetti”. Tutte le correnti del futurismo sono un vecchio amore di Echaurren (che conserva una delle collezioni più ricche di libri futuristi), dunque da parte sua è stato quasi un obbligo aver voluto dedicare una storia illustrata ad una delle più grandi voci avanguardiste ed irrequiete della poesia mondiale, apparse con repentina furia sul palcoscenico dei primi del novecento.
Come scrive in prefazione il giornalista Vincenzo Mollica più che una rilettura della vita del poeta russo “Echaurren ci propone frammenti filtrati dal suo magico caleidoscopio dove tutto è possibile”.
Insomma, delle pasticche sulla vita (e la poesia) di Vladimir Majakovskij (1893 – 1930) vengono ricomposte dentro un itinerario di strisce coloratissime nelle illustrazioni e scomposte (e sovrapposte) nelle geometrie.
Echaurren filtra la parabola esistenziale del poeta attraverso i suoi versi, i quali prenderanno ad incendiarsi già in età giovanissima. Majakovskij sarà il numero uno della schiera dei cantori russi disarmonici, sarà il suo un urlo possente, audace al fine di redimere la poesia dalle pagine dei libri e riversarla nelle piazze che dovranno divenire le nuove biblioteche degli uomini.
Per il poeta georgiano è nelle strade che la poesia e il processo di trasformazione dovranno saldarsi in unico strumento rivoluzionario di pace e non di violenza. La bellezza e lo scandalo che sgorgheranno a fiumi dai versi, inoltre, dovranno indignare e lasciare “brulicare” tra il popolo nuove idee di libertà .
Echaurren è puntuale nel tenere su unico binario poesia e pezzi della vita come la parentesi di quell’amore lacerante per Lili Jur’evna ai cui verrà dedicato “La nuvola in calzoni”, poema capolavoro editato dallo stesso marito di lei Osip Brik. Nel fumetto corre troppo velocemente l’esistenza del bolscevico rivoluzionario che lascerà la Russia per andare in giro per il mondo dove terrà (come se fosse una star ) conferenze e letture acclamate.
Ma al ritorno in Patria non troverà più i compagni di cordata come lui insofferenti ad ogni “irregimentazione” (Esenin, Chlebnikov sono morti suicidi), il futurismo comunista sarà scavalcato da una sorta di burocrazia letteraria in capo alle istituzioni e il cuore del poeta non potrà che andare a schiantarsi nel muro delle macerie e delle disillusioni (“sempre meno si ama/sempre meno si ardisce/il tempo devasta la mia fronte di gran corsa..).
I frenatori degli entusiasmi poetici accelereranno così la caduta e il 10 aprile del 1930 Majakovskij con un colpo di rivoltella metterà la parola fine al cammino della sua rivoluzione di pace e trasformazione.
Pablo Echaurren. “Majakovskij". Gallucci Editore. Pag. 52, euro 14.90
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