nota di Gianni
Quilici
Lo sguardo si posa
sulla foto di Herbert List e coglie d’acchito il movimento. La bellezza di un
movimento che, pur nella sua staticità fotografica, si percorre immaginativamente
nel suo sottofondo esplicitamente motorio.
Un movimento
triplice: la ruota (una perfetta O) che scorre via; il bambino che la insegue a
prefigurare il gioco (fortuna o abilità vuole che egli sia colto con il piede
alzato a formare con l’altra gamba un perfetto angolo retto) e la motoretta con
due giovani quasi fantasmatici ( due teste che, nei vestiti scuri
indistinguibili, paiono fuse in un corpo soltanto).
C’è armonia tra
questa scenografia nella Trastevere popolare degli anni ’50 e lo sfondo di
mattoncini in pavé, una mescolanza curiosa tra una possibile strada per le due
linee tracciate per terra, ma non rispettate dalla moto passante, e la grande
piazza aperta al gioco.
Herbert List
segnala nella didascalia la sua presenza ad una finestra come spettatore interessato
e distaccato, dentro e fuori lo spettacolo e le possibili “creazioni” che la
piazza offre nella mutevolezza delle situazioni a chi sa vederle e coglierle
nell’attimo giusto.
Herbert List.
Dalla finestra III: il gioco con la ruota. Trastevere, Roma. 1953.
Nessun commento:
Posta un commento