di Silvia Chessa
Negli
spazi del Nuovo Cinema Palazzo, in Piazza dei Sanniti 9a (Cinema autogestito da
6 anni e reso luogo di fermento culturale e politico) ho potuto assistere alle
prove (aperte ed in corso, da oggi al 15 luglio) di Capitolo Zero, direzione di
Laure Dupont, interpreti Elsa Taramarcaz e Alberto Franceschini, con la
partecipazione speciale di Teresa Ruggeri.
Insignita del Premio Culturale 2008, del Canton
Vallese, la Dupont ha fondato, tre anni fa, la Compagnie Bertha, e lavora dividendosi
fra la Svizzera, l’Isola della Reunion, il Libano, ..
e Roma.
È
stato un privilegio nonché fonte di suggestioni profonde poter partecipare a
queste speciali prove, perché gli interpreti sono di altissimo livello e Laure,
oltre a dirigerli magistralmente, mi si presenta, soprattutto, come una donna
accogliente, inclusiva, dinamica, anche mentalmente, e proietta questo spirito
di apertura e di perpetuo viaggio, vorrei dire di esplorazione in se stessa e
nell’altra/o, all’interno della sua creazione in atto e in divenire.
La grande
opportunità che Laure offre è quella di far lavorare insieme danzatori
professionisti con attori, scultori, artisti vari e questo crea dinamiche,
intrecci, scambi e risultati eccezionali ed imprevedibili.
Ho
visto danzare, recitare, ho visto intrecciarsi artigiani del canto, della
parola e della danza, ciascuno col proprio stile, ma con una strana fusione
finale.
Il filo
comune mi sembra rimanere quello di una riflessione sulla coppia, e sulle
dinamiche che in essa avvengono: sovrapposizioni, giochi di potere, complicità
ma anche duelli dove tra erotismo, lotta e stravaganze, anche fatali, non c'è
quasi confine o limite..Una tensione verso l’infinito.
Assistere
ai vari pezzi induce ad uno stato quasi ipnotico, ma riesco a percepire
nettamente come la presenza di un’attrice, Teresa Ruggeri, porti e detti ritmi
diversi, pause.. ed un livello di riflessione più profondo; in un certo senso,
è la sosta necessaria al nomadismo creativo dei danzatori, la sua voce cambia
di segno a quello che la danza ti ha appena comunicato..
In
questa capacità, e volontà, di provocazione e sovvertimento, ritrovo anche le
tematiche nonché il registro di Jean Genet il cui testo, Il funambolo, apprendo
da Laure che è stato alla base della sua ispirazione, per il progetto di ricerca
Inepui-Sable, del quale questo lavoro, Capitolo Zero, potrebbe ritenersi come
una prima tappa.
Penso
che Laura stia lavorando sulla fiducia e sull'armonia reciproca di questa
variegata compagnia, insegnando e trasferendole un'idea di continuità.
“Qui è
come se tu volessi inserirti nelle linee del braccio della tua compagna .. :prolungarle
idealmente”, le sento suggerire direttive simili, con dolce puntualità.
Ed
intuisco abbia in mente qualcosa di grande.
Nel lavoro
che sta dirigendo e che, volutamente, lascia ancora aperto, coesistono echi,
memorie e simboli..la solitudine e la gloria delle opere di Giacometti e la
complessità di accostamenti non facili, che dunque vietano drastiche
interruzioni.
“La
conoscenza di un volto per essere estetica deve rinunciare a essere storica.
Ogni
oggetto crea il proprio spazio infinito…” (Il Funambolo, J.Genet)
Ecco,
credo che l’approccio direttivo di Capitolo Zero si ponga su questa linea di
ricerca di linee, azioni sceniche e archetipici come forse Jean Genet cercava
parole fuori dagli schemi, sincerità e forza di un segno, che si faccia
esemplare.
“E se
non riesco, con la sola forza del mio testo, a mettermi a nudo bisognerà che
qualcuno mi aiuti. Contro me stesso, contro noi stessi - mentre queste
rappresentazioni ci pongono non so come dalla parte giusta, dove non c'è posto
per la poesia.”
“Estinta
l'idea, splende, la parola, d'ogni virtualità abbandonata. E’ vuota. E’stata. Oggi
–qui- inutilizzabile per l'atto futuro, è circoscritta, sterile. Moglie e
figlie di re, Fedra, Antigone, poi morte, poi leggendarie e infine sequenza
splendente di lettere – e tu- avete conquistato il prestigio assoluto: la morte.”
“Staccate
dal linguaggio col mio freddo scalpello, le parole, nitidi blocchi, sono anche
sepolcri.”
(Il Funambolo,
J.Genet)
Credo
che, in modo molto naturale ed istintivo, il lavoro di Capitolo Zero applichi
questa regola aurea, della fusione, dalle parole ai danz-attori, i quali non si
staccano mai fra di loro, ma fanno delle loro identità e singolarità un linguaggio
o blocco unico, oceanico, esotico ma coeso, ed in perpetuo viaggiare.
Se queste sono solo le prove..non oso immaginare la bellezza che ci restituiranno nella presentazione ufficiale, dopo due settimane di lavoro: sabato e domenica, 15 e 16 luglio, ore 21, non bisogna mancare.
Nessun commento:
Posta un commento