15 luglio 2017

Assistendo alle prove di "Capitolo zero"





di Silvia Chessa

Negli spazi del Nuovo Cinema Palazzo, in Piazza dei Sanniti 9a (Cinema autogestito da 6 anni e reso luogo di fermento culturale e politico) ho potuto assistere alle prove (aperte ed in corso, da oggi al 15 luglio) di Capitolo Zero, direzione di Laure Dupont, interpreti Elsa Taramarcaz e Alberto Franceschini, con la partecipazione speciale di Teresa Ruggeri.

Insignita del Premio Culturale 2008, del Canton Vallese, la Dupont ha fondato, tre anni fa, la Compagnie Bertha, e lavora dividendosi fra la Svizzera, l’Isola della Reunion, il Libano, ..

e Roma.


È stato un privilegio nonché fonte di suggestioni profonde poter partecipare a queste speciali prove, perché gli interpreti sono di altissimo livello e Laure, oltre a dirigerli magistralmente, mi si presenta, soprattutto, come una donna accogliente, inclusiva, dinamica, anche mentalmente, e proietta questo spirito di apertura e di perpetuo viaggio, vorrei dire di esplorazione in se stessa e nell’altra/o, all’interno della sua creazione in atto e in divenire.


La grande opportunità che Laure offre è quella di far lavorare insieme danzatori professionisti con attori, scultori, artisti vari e questo crea dinamiche, intrecci, scambi e risultati eccezionali ed imprevedibili.


Ho visto danzare, recitare, ho visto intrecciarsi artigiani del canto, della parola e della danza, ciascuno col proprio stile, ma con una strana fusione finale.

Il filo comune mi sembra rimanere quello di una riflessione sulla coppia, e sulle dinamiche che in essa avvengono: sovrapposizioni, giochi di potere, complicità ma anche duelli dove tra erotismo, lotta e stravaganze, anche fatali, non c'è quasi confine o limite..Una tensione verso l’infinito.


Assistere ai vari pezzi induce ad uno stato quasi ipnotico, ma riesco a percepire nettamente come la presenza di un’attrice, Teresa Ruggeri, porti e detti ritmi diversi, pause.. ed un livello di riflessione più profondo; in un certo senso, è la sosta necessaria al nomadismo creativo dei danzatori, la sua voce cambia di segno a quello che la danza ti ha appena comunicato..


In questa capacità, e volontà, di provocazione e sovvertimento, ritrovo anche le tematiche nonché il registro di Jean Genet il cui testo, Il funambolo, apprendo da Laure che è stato alla base della sua ispirazione, per il progetto di ricerca Inepui-Sable, del quale questo lavoro, Capitolo Zero, potrebbe ritenersi come una prima tappa.

Penso che Laura stia lavorando sulla fiducia e sull'armonia reciproca di questa variegata compagnia, insegnando e trasferendole un'idea di continuità.



“Qui è come se tu volessi inserirti nelle linee del braccio della tua compagna .. :prolungarle idealmente”, le sento suggerire direttive simili, con dolce puntualità.

Ed intuisco abbia in mente qualcosa di grande.

Nel lavoro che sta dirigendo e che, volutamente, lascia ancora aperto, coesistono echi, memorie e simboli..la solitudine e la gloria delle opere di Giacometti e la complessità di accostamenti non facili, che dunque vietano drastiche interruzioni.



“La conoscenza di un volto per essere estetica deve rinunciare a essere storica.

Ogni oggetto crea il proprio spazio infinito…” (Il Funambolo, J.Genet)



Ecco, credo che l’approccio direttivo di Capitolo Zero si ponga su questa linea di ricerca di linee, azioni sceniche e  archetipici come forse Jean Genet cercava parole fuori dagli schemi, sincerità e forza di un segno, che si faccia esemplare.



 “E se non riesco, con la sola forza del mio testo, a mettermi a nudo bisognerà che qualcuno mi aiuti. Contro me stesso, contro noi stessi - mentre queste rappresentazioni ci pongono non so come dalla parte giusta, dove non c'è posto per la poesia.”

“Estinta l'idea, splende, la parola, d'ogni virtualità abbandonata. E’ vuota. E’stata. Oggi –qui- inutilizzabile per l'atto futuro, è circoscritta, sterile. Moglie e figlie di re, Fedra, Antigone, poi morte, poi leggendarie e infine sequenza splendente di lettere – e tu- avete conquistato il prestigio assoluto: la morte.”

“Staccate dal linguaggio col mio freddo scalpello, le parole, nitidi blocchi, sono anche sepolcri.”

(Il Funambolo, J.Genet)



Credo che, in modo molto naturale ed istintivo, il lavoro di Capitolo Zero applichi questa regola aurea, della fusione, dalle parole ai danz-attori, i quali non si staccano mai fra di loro, ma fanno delle loro identità e singolarità un linguaggio o blocco unico, oceanico, esotico ma coeso, ed in perpetuo viaggiare.
 
Se queste sono solo le prove..non oso immaginare la bellezza che ci restituiranno nella presentazione ufficiale, dopo due settimane di lavoro: sabato e domenica, 15 e 16 luglio, ore 21, non bisogna mancare.

Nessun commento: