di Silvia Chessa
Lo spettacolo, presentato
sabato 23 Settembre al Club 55 di Via Perugia 14, al Pigneto, Roma (adatti e
demodé, gli spazi offerti), affronta, in salsa melodrammatica dai comici
risvolti, e con la vivacità stilistica di tre poliedrici musicisti, una
discreta varietà di temi, offrendo altresì occasione di godere dell’ottima
musica.
Dall’ukulele al contrabbasso,
dalla fisarmonica al bombardino, dalla tromba al glockenspiel, fino a delle
spiritose trombette, il trio agevolmente salta da uno strumento all’altro, con
sorprendente flessibilità, giocando con la propria natura istrionicamente
comica, fra travestimenti carnascialeschi, piccoli ma efficaci espedienti, la
bella voce e l’espressività della cantante, il tutto senza adagiarsi sugli
allori della prima risata strappata, ma andando avanti in un ritmo che non si
dissipa, per quasi due ore.
I testi di Francesca Palombo
(in arte Pepa) ci rimbalzano vita (tanta) e problematiche (altrettante!): dal
disastro sentimentale privato, a quello ambientale e globale, dal terrorismo
mondiale a quello alimentare (sulle tavole di casa nostra), dalle fobie private
a quelle socialmente indotte, passando per le manie di esporsi/nascondersi
dietro al virtuale, alle ossessioni di dover risolvere ogni minimo e naturale
inciampo ricorrendo alla farmacologia (pasticche per tutto, e per tutte le
fasce di età, non esenti i più piccini!).
La verbosità frizzante-giocosa dei testi della Palombo trova terreno fertile nella
polivalente abilità musicale del trio, che lei graziosamente conduce, e che induce
il pubblico ad una navigazione (moderato-andante) nel mondo di oggi, visto
attraverso uno sguardo inusuale, e permette di percorrere anche il mondo
interiore di Pepa..che intravediamo fatto di passioni, riflessioni nostalgie
intermittenti, le quali non trascinano, però, in un limaccioso o isterico fondo
per arenarsi; bensì risalgono, salvate da una connaturata autoironia di stampo
intelletual-clownesco.
Pepa, questo incrocio fra Gaber
al femminile e Tina Pica, mette in gioco il meglio di sé e dei suoi due
compagni di artistiche avventure (Plumes e Paillettes, rispettivamente Daniele
Ercoli ed Emiliano Maiorani): due occhioni celesti che sgrana in occhiate di
volta in volta buffe, allucinate, o severe, alcune trovate tricologiche (ad
esempio, passa da una acconciatura d’epoca, con due chignon, ad un look
spettinato da rockstar), una infinità di dialoghi non verbali - tutta mimica e
gestualità- con Plumes (Daniele Ercoli, artista da tenere d’occhio, brillante
nel suo ruolo, nonché in simbiosi e perfetta sintonia di tempi comici con
Francesca), la puntuale complicità di Paillettes (Emiliano Maiorani) che
ricopre benissimo il ruolo del ribelle del trio, quello che prende la tangente,
viene ripreso dagli altri due e rimesso in riga da Pepa, leader naturale, con
un minimo cenno del viso.
Cattura e diverte questa
perfetta intesa di questo singolare trio, e risulta piacevole lo show,
seriamente spassoso, privo di tempi morti, dove tutto si lega ed ogni
ammiccamento sembra curato e scivolare, al contempo, come fosse estemporaneo.
Due piccoli e personali
suggerimenti.
Primo: valutare l’opportunità
di approfondire ed ampliare alcune parti (sia a livello di testo, che di
musica, adoperando proprio quello stesso talento per variazioni,
allitterazioni..intermezzi vari), visto che il materiale, (così come la materia
umana), si presta, e c’è.
Secondo: incentivare con
maggior convinzione (e minore imbarazzo) la diffusione del surreale e un po’
naif cd, dal titolo “Va tutto a meraviglia” (contenente i graziosi disegni di
Michela Bidetti, un libretto di 12 pagine, e 10 degli 11 pezzi, eseguiti in
serata), che veramente merita e trasuda ironia. Aggiungere, possibilmente,
nella registrazione del prossimo e futuro cd, quell’undicesimo pezzo, che
sarebbe un peccato restasse fuori.
Nessun commento:
Posta un commento