di Giulietta Isola
“La
nostra Gerda,la coraggiosissima compagna che aveva dato la sua giovane vita per
una lotta a cui sapeva appartenere il futuro di tutti.”
Chi era Gerda? Un' eroina
rivoluzionaria o un’ambiziosa seduttrice? Sicuramente una ragazza dotata di una
innata sete di liberta’ ed una passione incandescente ,antifascista e
appassionata, tanto intelligente da mettersi in ombra. Helena,in queste pagine,
la guarda da vicino liberandosi dei luoghi comuni che la vedono come la ragazza
di Capa,l’eroina morta sul campo,una testimone della storia che ha perseguito a
qualsiasi costo i suoi ideali,una donna unica del Novecento,la guarda con
coraggio e con affetto per restituircene un preziosissimo ritratto.
Il romanzo e’ diviso in tre sezioni
che non rispettano il senso cronologico,le voci narranti sono quelle di due ex
amanti ed una cara amica il cui flusso dei ricordi che si intreccia,si
sovrappone per cogliere un’immagine di Gerda da punti di vista soggettivi molto
differenti.Ognuno analizza la storia d’amore fra Gerda e Robert chi con
scetticismo, chi con disincanto,ma tutti con la netta impressione di un legame
diverso ed assoluto.
C’e’ una valigia in questa storia,
una valigia che contiene qualcosa di speciale, la cui ricerca affannosa si e’
conclusa solo dieci anni fa,quando sono riapparsi 4500 negativi di foto
scattate da Capa, Fred Stein e Gerda Taro, scatti di guerra,ma non solo, c’e’
anche una foto che ritrae due giovani sorridenti in un caffe’ parigino,sono Gerda
e Robert,questa immagine e’ la scintilla che da l’avvio alla storia.Come
interpretare la serenita’ dei loro sguardi? Cosa ha visto il fotografo? Cosa
vediamo noi? Cosa inventa la nostra immaginazione di fronte a questa
spensieratezza? In fondo si tratta sono solo due giovani innamorati,lei si e’
spogliata della giacca, lui ha il giubbino aperto,non si accorgono di essere
fotografati,sono illuminati dal sole nel dehors di un caffe’,Gerda nata
Pohorylle e’ gia’ Gerda Taro ed il magiario Endre Friedmann e’ gia’ stato, da
lei, ribattezzato Robert Capa,una leggenda,uno dei piu’ grandi fotografi di
guerra del Novecento,due persone generose e talentuose la cui storia scorre di
pari passo con la Guerra Civile Spagnola e le Brigate Internazionali,la
Germania in preda alla disoccupazione prima dell’avvento di Hitler e la morte
tragica di Gerda stritolata dai cingolati di un tank in Spagna a 27 anni.
Helena ripercorre la storia di
un’epoca che ci suona famigliare per i collegamenti con la crisi attuale,le
famiglie impoverite e drammi personali e sociali sempre piu’ diffusi e
poi,pensandoci bene,anche la storia di Gerda e’ storia di erranze,fughe e
comunita’ sovra nazionali oltre ad essere storia della grande fotografia e di
una donna unica,libera e vitale che ho avuto la fortuna di incontrare nelle
pagine di questo libro.
“Una donna smaliziata,un’amante dalla
grazia principesca,un talento naturale che non somigliava alle borghesi ne’
alle proletarie. Era la gioia di vivere. Qualcosa che esisteva,si
rinnovava,accadeva ovunque.”
Helena Janeczeck. La ragazza con la Leica.
Edizioni Guanda
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