di Laura Menesini
Tanti gli spunti che emergono
da questa lettura, innanzi tutto l'amore tra Nadia e Saeed e il loro rapporto.
Ma questo amore ci porta a riflettere sulle tragiche conseguenze delle guerre e
sulle migrazioni che provocano, perché la gente quando vede la propria vita in
pericolo cerca la salvezza e questa, in un paese in guerra, si intravede solo
nella fuga.
E la fuga avviene attraverso
delle “porte” che ti teletrasportano in un
altro posto.
E così inizia la loro
migrazione che li porterà a contatto con “nativi” che non gradiscono questa
loro invasione e di fronte a questa nuova difficoltà vediamo reazioni diverse,
da una parte Nadia che, con la sua capacità tipica femminile, cerca di
adattarsi a nuove realtà, mentre Saeed si rifugia nella preghiera e nella
ricerca dei connazionali.
Accanto a questa storia,
molte altre, apparentemente estranee al nostro racconto, ma che ci fanno capire
che “siamo tutti migranti attraverso il tempo”.
Si tratta di un romanzo al
limite del fantasy, un fantasy però che ti spinge a meditare sugli enormi
cambiamenti di questi tempi, sulla difficoltà di procurarsi il cibo, sulla
necessità di apertura e aiuto reciproco.
Mohsin Hamid. Exit west. Einaudi editore
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