05 ottobre 2023

“Un corpo nello spazio vuoto” di Kai Ziehl

 


di Gianni Quilici

     Uno scatto che (mi) colpisce immediatamente.  Lo intuisco, ma devo concentrarmi per motivarlo.  Ci sono tre soggetti evidenti: le sedie, il corpo, lo spazio.

     L’elemento che più mi colpisce, perché lo percepisco come il più originale: le sedie. Una fila di sedie con braccioli che corre verticalmente, accentuate in questo movimento dal contrasto del nero delle sedie con le mattonelle quasi tutte bianche.

     L’originalità acquista forza, perché le sedie sono collocate in uno spazio vuoto che le rende quasi metafisiche. Pare che non ci sia alcuna funzione utilitaristica: non ci sono alberi, piazze, strade, palazzi, ma una pavimentazione grigio chiara, che finisce in uno spazio indefinibile.

     Il corpo (uomo o donna che sia) può apparire come presenza metaforica. Metafora di una solitudine inevitabile, senza tragedia. Un corpo, infatti, senza corpo, interamente scuro, raccolto con il capo chino come un fantasma senza attesa, come se non aspettasse più un qualsiasi Godot. Penso al De Chirico metafisico, depurato da qualsiasi nostalgia.

    La domanda che infine mi faccio: questo scatto del fotografo tedesco Kai Ziehl è stato costruito o è invece del tutto casuale?

 

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