18 dicembre 2023

"Perché ci odiano" di Mona EltaHawy

 


di Giulietta Isola

«Alle ragazze del Medio Oriente e del Nord Africa: siate impudenti, ribelli, disobbedite, consapevoli di meritare la libertà».

       La lettura del libro di Mona Eltahawy, agghiacciante affresco sulla condizione delle donne in Medio Oriente ed in Nord Africa, offre uno sguardo diverso dagli stereotipi imperanti sulle donne musulmane ed un’occasione straordinaria per poter riflettere.

            A scrivere è una donna over quaranta, colta e intelligente, che ha seguito da vicino le primavere arabe e ha condiviso la delusione delle donne che speravano in un cambiamento che non è avvenuto. Mona è cresciuta a Londra , ma ha gli occhi ben aperti sul mix velenoso di misoginia e religione che sfocia nell’odio verso le donne e ne limita pesantemente la libertà. 

       In Egitto, come in Libia, in Tunisia, come in Marocco, in Arabia Saudita come in Kuwait, le mutilazioni genitali, i test della verginità, i matrimoni precoci, le molestie sessuali legittimate ed impunite , il divieto di guidare, di poter disporre di un patrimonio personale, di poter decidere senza il supporto di un maschio “tutore” dei propri spostamenti, sono lo specchio di una cultura fondamentalmente ostile alle donne, imposta dal disprezzo maschile. 

       Essere femmina significa essere l’incarnazione ambulante del peccato e l’odio per le donne non è esclusiva delle interpretazioni conservatrici del corano, anche i moderati sono ossessionati dal controllo del corpo delle donne che non deve essere mai mostrato, sostengono che le mutilazioni genitali sono indispensabili alla protezione dal loro stesso desiderio sessuale che è bene non imparino mai a conoscere, per quanto, di fatto, come nel resto del mondo, sono gli uomini incapaci di controllarsi e le molestie sessuali sono epidemiche. 

       Con grande coraggio e sincerità Mona, da femminista autentica, affronta non solo i temi delle molestie e della violenza, ma anche la spinosa questione del velo restituendo alla scelta di toglierlo o meno la sua complessità. L’atto di indossare il velo non è cosa semplice, alcune lo fanno per devozione religiosa, per essere identificate come musulmane, per dimostrazione di identità, per essere lasciate in pace, per scampare alle molestie, per disporre di maggiore libertà di movimento in uno spazio pubblico dominato dai maschi. C’è chi deve lottare per metterlo e chi è costretta a metterlo, non è sempre simbolo di fede, e non sempre rappresenta il contrasto con il mondo occidentale complice silenzioso delle violazione dei diritti delle donne per tutelare i propri interessi economici in Medio Oriente. 

       In un momento di forte richiesta collettiva di libertà e dignità è importante parlare della condizione delle donne che hanno fortemente contribuito alla rivoluzione, hanno pagato con il carcere, le torture e gli stupri ma nonostante ciò sono rimaste ben nascoste ed invisibili. Nella lotta contro l’ingiustizia per uscire dal buio, è importante sentire la loro verità , conoscere le loro esistenze reali, gli abusi subiti, ma anche gli spazi conquistati. 

         Lettura molto interessante e piena di speranza per la lotta di tutte le donne che si battono contro le loro culture e contro le loro comunità e che riescono a condividere la loro azione e le loro parole in pubblico. 

«La cosa più sovversiva che una donna possa fare è parlare della propria vita come se avesse una grande importanza. Ce l’ha».

PERCHE’ CI ODIANO di MONA ELTAHAWY EINAUDI EDIZIONI

 

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