02 dicembre 2023

"I tre di Scanno" di Renzo Tortelli

 


di Gianni Quilici

       Mi colpisce. Mi ha fatto pensare a un fermo immagine felice.  Come se fosse una ripresa video, dove il regista grida “stop”, nell’attimo  in cui i tre protagonisti sono colti ognuno separato dall’altro, spazialmente ordinati. Così si evince dalla foto: la donna a sinistra, il prete a destra e il cane al centro della foto sullo sfondo; importante, perché equilibra lo scatto, senza affollarlo.

        Siamo alla fine degli anni ’50 e Renzo Tortelli, insieme al suo amico e coetaneo Mario Giacomelli, si trova a Scanno, paese dell’Abruzzo, che diventerà famoso fotograficamente, innanzitutto per gli scatti di Mario Giacomelli, a cui seguiranno Cartier-Bresson,  Berengo Gardin,  Fernando Scianna, Fulvio Roiter,  Mario Cresi,  Pepi Merisio e altri.

        Nello scatto la donna, abbastanza giovane, è colta come se sognasse intensamente , il volto leggermente sollevato con occhi chiusi. Ciò che colpisce è l’abbigliamento: il vestito lungo e largo nero, le scarpe-ciabatte nere, i calzettoni neri, il copricapo nero. Soltanto il volto e il collo sono scoperti.

        Interessante è il prete. Se, infatti, da una parte è partecipe alle regole sacerdozie di allora con la tonaca nera lunga, le mani in tasca; dall’altro presenta  sul volto dei  grandi occhiali da sole neri, un elegante cappello a tesa larga nero, che lo fanno sembrare più un turista americano che un prete per giunta del Sud.

        Tra la donna e il prete, sullo sfondo il cane è una figurina smunta nera sul biancore del pavé, con una coda piccola e arricciata.

       Mi ha colpito che Renzo Tortelli in un libro “Obiettivo Scanno” di Renzo Frontoni non venga neppure citato, perché questo scatto (ma anche altri presenti nel suo sito) è essenziale, armonico nelle forme con una qualità espressiva, che valorizza lo spessore storico-sociale.

 

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