02 novembre 2009
“Giorni d'afa” di Eduard von Keyserling
di Gianni Quilici
Leggendolo ho provato nostalgia. Nostalgia dell'estate. Ingenuamente forse. Perché l'estate vi è rappresentata con una sensualità rara a leggersi tanto da chiedersi se non sia idealizzata.
Questa sensualità nasce dal calore avvolgente di quel microcosmo molto dettagliato di profumi, mutevolezza di colori, ronzio di insetti, mormorio di acque, fatiche dei campi, viali di tigli, sospensioni del tempo, notti magiche che l'autore riesce a far vibrare all'unisono con le psicologie dei protagonisti.
Il protagonista, infatti, è un adolescente di nobile famiglia, che vive la scoperta dell'emozione sessuale e dei dolori della passione amorosa. Ha in più un padre autoritario e distante, ancora giovane ed affascinante, da essere vissuto anche come rivale, e due cugine di una bellezza sottile e lontana, perse pure loro da mancate corrispondenze.
Potrebbe essere un piccolo capolavoro se Eduard von Keyserling non arrivasse alla tragedia del suicidio, il suicidio dell'uomo più forte, quello che forse ha in mano le redini di queste storie, di questi personaggi.
“Tutto è possibile” si potrebbe obiettare. Certamente. Ma nella scelta di far morire il padre affascinante ed esperto di esperienze di vita ci trovo una semplificazione, che ha forse un'origine romantica, ancora prima che decadente, che appartiene più all'autore che alla personalità del personaggio. E' come se padre e figlio si fossero confusi in un finale la cui tragedia rimane individuale, non appartiene né a un'età, né a un'epoca.
Eduard von Keyserling. Giorni d'afa.( “Schwule Tage”). Traduzione di Luisa Coeta. Pagina 85. Sugarco edizioni. (non ristampata).
Eduard von Keyserling. Afa. Traduttore Azzone Zweifel . Pa. 104. Collana Piccola biblioteca Adelphi. Euro 6.20.
Eduard von Keyserling (Hasenpoth, 15 maggio 1855 – Monaco di Baviera, 28 settembre 1918) è stato uno scrittore tedesco dell'epoca dell'Impressionismo.
Appartenente ad un'antica famiglia di nobiltà baltica, nacque a Schloss-Paddern, a quel tempo sotto l'impero russo e oggi parte della Lituania. Studiò dapprima nelle locali scuole tedesche, quindi all'Università di Vienna. Si stabilì nel 1895 a Monaco di Baviera, dove visse fino alla morte. Gran parte della sua produzione letteraria (romanzi, racconti e drammi) fu composta qui. Negli ultimi vent'anni di vita fu tormentato da una grave forma di sifilide, che lo costrinse a lunghi periodi di immobilità e da ultimo lo rese cieco.
Le opere di Keyserling sono state spesso definite "le novelle del castello", perché gran parte di esse sono ambientate nelle tenute della nobiltà baltica da cui proveniva. Questo sfondo è caratteristico per l'isolamento che contraddistingueva i suoi personaggi: sudditi dell'impero russo, ma di lingua e cultura tedesca, signori di vaste tenute dove lavoravano contadini di differente etnia. Traspare il senso di crisi e di esaurimento di queste casate, ritratte alla vigilia della Prima guerra mondiale e della Rivoluzione russa, che ne avrebbero decretato la fine.