08 febbraio 2010

"Il fidanzamento del signor Hire" di Georges Simenon


di Gianni Quilici

Ho letto fino a questo momento soltanto una decina di romanzi della sterminata produzione di Georges Simenon.
I Maigret con piacere, ma senza esserne conquistato; alcuni dei romanzi senza il celebre commissario, mi si sono, invece, scolpiti: I pitard, Il treno e questo, Il fidanzamento del signor Hire.

Di questo romanzo mi aveva colpito il film, L'insolito caso di Mr. Hire di Patrice Leconte, soprattutto nella figura realistica ed insieme simbolica, di Mr Hire, interpretato con grande efficacia da Michel Blanc.

Cosa mi ha intrigato, allora, di questo romanzo?
La figura del signor Hire, che è, senza ombra di dubbio, il perno su cui ruotano gli altri tre aspetti centrali: l'attrazione fantasmatica, la domestica Alice; l'ambiente umano gretto e facilmente accusatorio, che fa da sfondo corale, situato dentro e fuori la Porte d’Italie, tra Parigi e la periferica Villejuif; e la pioggia, una pioggia ossessiva, continua da diventare anche essa simbolica della mancanza di orizzonti, di prospettive.

Il signor Hire sembra a prima vista una macchietta, un burattino, un personaggio grottesco, su cui si può sorridere: un piccolo ebreo, grasso, come se non fosse fatto di carne ed ossa, volto cereo su cui sbucano due baffetti che sembrano disegnati con la china. Un personaggio da fumetti, perché, oltretutto, rigido, di una rigidezza meccanica, nella quale pare quasi non spiri vita.
Per questo suo aspetto schivo da risultare misterioso, e per lo stesso “ suo modo di muoversi” che ha “ qualcosa di equivoco”, egli viene considerato dai vicini come non inquadrabile, diverso. Ecco perché, quando viene scoperto il cadavere di una prostituta, orrendamente mutilato, subito i sospetti convergono su di lui. L'ideale capro espiatorio, su cui riversare rancori e paure.

Ma il signor Hire è tutt'altro che un burattino. Nasconde dietro la rigidezza l'incapacità o una pesante difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti. Sentimenti, che lascia trasparire dallo sguardo. Ogni sera, infatti, il signor Hire scruta dalla sua finestra di camera Alice, la giovane e florida, morbida e sensuale dirimpettaia, che si spoglia esibendosi ambiguamente davanti agli occhi suoi.

Questo blocco dei sentimenti Georges Simenon ce lo presenta magistralmente sia nelle (possibili) cause: la sua storia che, sia pure a brandelli, emerge nell'interrogatorio con il commissario (i trascorsi delinquenziali, le frequentazioni di prostitute); sia nei suoi comportamenti quando la ragazza, Alice, lo va a trovare nella sua stanza , disponibile anche ad offrirgli il proprio corpo.

E' uno dei capitoli magistrali del romanzo, perché mai come nel rapporto diretto con la ragazza emerge la sua incapacità di “toccare” di “abbracciare”, perfino di parlare, perché dopo che lei ha raccontato, confessato, pianto, implorato, “Sono stato molto infelice!”, è l'unica frase che riesce a pronunciare.

Ma questa possibilità -la possibilità di farsi una vita con la ragazza- lo porta a progettare e ad agire, quasi fuori di sé, preso dalla gioia irrefrenabile di un avvenire radioso, mai avuto e che, ancora una volta, non avrà.

La conclusione è narrativamente “geniale”: una visione molto cinematografica del succedersi dei fatti diventa anche sentimento beffardo e atroce di una parabola umana, che nei suoi risvolti generali ci riguarda tutti.

C'è, inoltre, un capitolo delizioso, il sesto, quando egli si reca al “Bowling Voltaire club”. Qui il signor Hire si trasforma, diventa il protagonista. Qui il signor Hire, osservato dagli altri giocatori in religioso silenzio, si raccoglie, misura, calcola, elabora, scatta e lancia la palla ogni volta abbattendo i birilli “nove su nove per cinque volte”. Un capitolo in cui le abilità del signor Hire si fondono con la gara facendolo diventare agli occhi dei frequentatori del locale non un possibile reprobo, ma una misteriosa persona, “un alto funzionario di polizia” così pensano, per ironia della sorte, nel club un po' tutti.

Georges Simenon. Il fidanzamento del signor Hire. ( Les fiançailles de M. Hire). Traduzione di Giorgio Pinotti. Adelphi. Pagg. 146. Euro 15.00.