20 febbraio 2010

"Una domenica a corte di Re Travicello" di Maurizio Antonetti


di Luciano Luciani

Capannorese doc e radicato da sempre in quel di Segromigno, Maurizio Antonetti, coltiva la scrittura da oltre vent’anni e, come confermano critica, lettori e qualità delle sue pubblicazioni, con riscontri sempre positivi. Di qualche interesse, poi, il fatto che tragga spesso stimoli e suggestioni dalla sua attività di biologo che rielabora con un’originalità di temi pari alla competenza stilistica.

Come accade in questo Una domenica a corte di Re Travicello - Compendio di paleoandrologia dove si ipotizza un mondo prossimo venturo in cui si è compiuta un’incruenta e definitiva rivoluzione di genere. Ovvero, le donne, scoperto come garantire la riproduzione fecondando l’ovulo con il nucleo di un altro ovulo anziché con quello di uno spermatozoo, hanno imparato a fare a meno dall’elemento maschile. E così, prescindendo, prescindendo, il genere maschile umano si è estinto, mentre l’altra metà del cielo si è appropriata dell’intera volta celeste. Pacificamente le donne hanno riorganizzato l’assetto geopolitico internazionale e avviato profonde riforme sociali: senza trascurare la religione e la morale governate, queste ultime, fin dal 2279 dai principi contenuti nella celeberrima lettera enciclica Muliebris Ecclesia Nova di Papa Giovanna I.

L’Unico Maschio sopravvissuto, frutto di una sofisticata ricostruzione genetica multirazziale, resa possibile dall’esistenza di banche genetiche costituitesi prima della rivoluzione sessuale, ricopre la carica onorifica e simbolica di Monarca Istituzionale. Vive nella reggia di Versailles, scenario di un’altra, remota rivoluzione, e ha come unico compito quello di mostrare ai turisti, soprattutto gite scolastiche dei licei femminili, come funzionavano la sessualità e la riproduzione di una volta.

Un reperto museale con un duro lavoro da svolgere, rispetto al quale il nostro sovrano non sempre si rivela all’altezza: “Quando la Sexy-sveglia trillò il suo buongiorno a base di sussurri e gridolini erotici, Sua Maestà Vir XIV si svegliò con un’erezione più flaccida del solito.”

Inizia così il romanzo di Maurizio Antonetti che rielabora con un’ironia ora lieve ora più pungente e graffiante argomenti scientifici da almeno 15/20 anni tutt’altro che peregrini. Come confermato da uno studio apparso sulla prestigiosa rivista inglese “New Scientist” e ripreso dalla edizione on line del quotidiano “Daily Mail” del 31 gennaio 2008: scienziati britannici della Newcastle upon Tyne University hanno messo a punto una tecnica per trasformare le cellule del midollo osseo della donna in spermatozoi con il risultato di tagliare fuori l’uomo dal processo di concepimento.

La realizzazione della prospettiva ‘estrema’ dell’autofecondazione femminile è alle porte e Antonetti ne dipana alcuni possibili sviluppi: seria, serissima, la materia, ma lo scrittore lucchese, con una misura tutta toscana, sceglie programmaticamente di evitare la tradizione anglosassone degli incubi wellsiani, orwelliani, ballardiani e opta per una storia intelligentemente maliziosa, ricca di trovate argute e di rimandi al nostro difficile presente. Che, sia detto per inciso, non appare tanto peggiore della società monosessuale che ci aspetta tra, più o meno, mezzo millennio.




Maurizio Antonetti, Una domenica a corte di Re Travicello - Compendio di paleoandrologia con 14 tavole di Jessica Lagatta, I Libratti, Trasciatti Editore (www. trasciatti.it), pp. 112, Euro 12,00