03 febbraio 2010

"La rizzagliata" di Andrea Camilleri


di Maddalena Ferrari

La rizzagliata, ossia il lancio e la raccolta della rete da pesca, è metafora di una manovra operata da chi ha potere e lungimiranza strategica e in ogni circostanza sa scegliere, senza alcuno scrupolo, le operazioni da attuare per rinsaldare o ampliare il proprio dominio.
Questa manovra complessa e articolata coinvolge realtà politiche ed economiche, magistratura e sistema di informazione, relazioni sociali e personali, persino rapporti d'amore.

In un quadro cupo, che non lascia vie di scampo, si muove il protagonista del giallo di Camilleri, Michele Caruso , direttore del telegiornale regionale della RAI , insidiato nel suo ruolo da un collega, con la cui moglie egli ha una relazione.
Michele è uomo che cerca di mantenere la barca pari, sforzandosi di giostrare le notizie senza dare noia ai potenti; e questo, nonostante una incoercibile curiosità per appurare il vero.
E' sposato, ma separato, con la figlia di un senatore di destra, ex-DC, prestigioso ed influente, che l'ha aiutato a fare carriera. Lei l'ha lasciato per un altro; lui l'ama ancora.

La storia comincia con un delitto ( simile a quello di Chiara Poggi a Garlasco, al quale lo scrittore dichiara di essersi ispirato ), per cui viene arrestato il fidanzato della ragazza trovata uccisa, figlio di un esponente importante del centrosinistra, ex-socialista.

Il nostro eroe, ma non troppo, si muove in un intrico di relazioni e colpi di scena, autorità più o meno autorevoli, boss, scagnozzi e una figura di informatore, fisicamente repellente e “quindi” sfortunato; ma due sono le cose che soprattutto gli stanno a cuore: l'amore per la moglie e la propria sopravvivenza, fisica e sociale.

La trama è abbastanza aggrovigliata e tra i numerosi nomi di personaggi, che in alcune parti del romanzo rimangono appunto puri nomi, muovendosi in una struttura narrativa ridotta all'osso, e il dialetto usato come di consueto dall'autore, sia pure con eleganza e sensibilità “musicale”, si affievolisce a volte il coinvolgimento del lettore e si perde un po' il senso del racconto. E se risultano gradevoli gli episodi gastronomici, topoi di numerosi noir, e non solo di Camilleri, e quelli erotici, non possiamo sfuggire all'impressione del mestiere; le belle donne, poi, sono tutte uguali...

Andrea Camilleri si conferma comunque un narratore di razza di quella Sicilia, dove si intrecciano società civile, politica, vecchia e nuova, e mafia; un narratore, qui particolarmente disincantato, che tiene puntigliosamente in mano le fila del racconto, trasmette la fisicità ( la mediterraneità ) delle persone e degli ambienti ed è capace di creare momenti di intensità figurativa e plastica, come l'episodio, visto attraverso gli occhi del protagonista, dell'agguato all'informatore, con quelle ombre che si muovono e si agitano nella notte, in lontananza.

Andrea Camilleri. La rizzagliata. Sellerio editore Palermo. Pgg. 210. Euro 13.00.