di Gianni Quilici
Alfonso Berardinelli è un critico che non si nasconde, che ha
il gusto delle parole “vive” e dei concetti “sorprendenti”, che colpiscono
intellettualmente e che, talvolta, illuminano per la limpidezza e finezza.
Un “vero
critico” scrive Berardinelli in un
passo, “è un “lettore, uno studioso, un filosofo, uno scrittore”. Definizione
che può definirlo
Berardinelli,
infatti, è’ un lettore, perché si percepisce in lui il piacere della lettura;
uno studioso, perché contestualizza culturalmente; è un filosofo, perché
sottende una visione del mondo; uno scrittore, perché la sua critica può essere
letta come una narrazione.
Si avvicina al
“critico militante”, senza volerlo forse essere fino in fondo; ed è sicuramente
un “critico fraterno”, riprendo una categoria adoperata da Franco Cordelli per
gli scrittori, perché partecipe, vicino al lettore.
Ed è tutto questo,
perché assume come metodologia critica quella apertura intellettuale, che viene
da una libertà di pensiero e di sguardo. Infatti dopo aver “ripassato”
criticamente le varie modalità di lettura, dal progetto strutturalistico e
semiologico al modello ermeneutico e alla teoria della ricezione, Berardinelli,
individuando in Montaigne uno dei primi lettori “senza metodo”, “l’inventore
del saggio moderno, informale e personale”, conclude con una osservazione molto
penetrante e insieme di naturale buon senso.
“Per essere un iperlettore, il critico deve
anche restare semplice lettore, lettore senza difese, senza pinze, forbici e bisturi,
lettore ricettivo che accetta i rischi della lettura, sospende l’incredulità e
crede, almeno finché legge, a quello che legge”.
Approccio verso un
materiale (il libro), che vale non solo per qualsiasi altro critico di altra
disciplina, ma anche per uno psicoanalista, per un educatore, per un politico,
per una qualsiasi persona nel suo approccio con il pianeta.
“Leggere è un
rischio” è un libro di piccole dimensioni, che raccoglie una serie di articoli-saggi,
che hanno il merito di proporre una serie di spunti innumerevoli, senza che
siano (tutti) tra loro organicamente legati.
Questi spunti
sono: 1) il rischio della lettura e della critica 2) il critico e fare critica;
3) la morte della poesia; 3) Giorgio Caproni.
E’ un libro; potrà
diventare possibili altri libri. Un libro di “lavori in progress”. Oltre alle
qualità dette, anche questo è un suo pregio: essere raccolto e aperto. Questo
se vogliamo può essere anche il suo limite provvisorio.
Alfonso
Berardinelli. Leggere è un rischio, Pag 66. gransasso nottetempo. Euro 6.00-
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