24 novembre 2008

Aspetti della musica nel periodo Barocco.

di Nicola Amalfitano

Tra il XVII e il XVIII secolo, pur con sfumature e intensità diverse, in Europa si diffonde il fenomeno stilistico definito Barocco.
Caratteristica di questo nuovo movimento artistico, dalle forme esuberanti ed esasperate, è la ricerca dello stupore, della meraviglia. Gli artisti attingono anche a temi mitologici e della natura, si esprimono in modo ampolloso, magniloquente e spesso il loro stile esagerato risulta stravagante, bizzarro e grottesco.
Il Barocco, in ambito musicale, si colloca tra il 1600 e il 1750. Dalla fine del 1500, con la codifica definitiva delle regole dell'armonia ad opera dello Zarlino, si affermano i due modi principali della musica moderna: la tonalità maggiore e la tonalità minore; il sistema modale, non più in grado di assolvere alle esigenze di un completo cromatismo, viene man mano sostituito dal sistema tonale.
In Europa si assiste ad uno scambio intenso d’influssi stilistici, mentre si affermano nuove forme espressive: la monodia accompagnata dal basso continuo, la sonata a tre da chiesa e da camera, l'oratorio, il concerto, l'opera, le musiche per strumenti a tastiera.
Se i musicisti del Rinascimento privilegiano sonorità nitide, ben definite, allo scopo di tenere distinte le linee della polifonia, i compositori del Barocco adottano timbriche più morbide, idonee a creare impasti sonori sempre più complessi e arzigogolati.
Il contrappunto e la fuga, i cambi repentini di tempo, i virtuosismi strumentali e vocali, l'improvvisazione come prassi esecutiva, caratterizzano la produzione musicale; lo scopo essenziale è quello di stupire e divertire l'ascoltatore.
Si sperimentano nuove tematiche e nuove forme espressive, molti compositori trovano ispirazione nella mitologia e negli elementi della natura; l'ultimo periodo del Barocco è caratterizzato dalla ricerca di equilibri matematici, di simmetrie tendenti a determinare una suddivisione logica dei ruoli solistici e di gruppo.
Anche gli strumenti musicali si adeguano alla nuova realtà e si modificano per meglio interpretare partiture dense di sfumature e di contrasti.
Il modo ampolloso di fare musica, la ricerca della spettacolarità ad ogni costo, determinano l'immediato aumento degli strumentisti annessi alle cappelle; assume grande importanza la figura del virtuoso solista, vocale e strumentale. Adesso, molto più che in passato, si scrivono brani per un preciso strumento e se ne mettono in risalto la resa cantabile e gli aspetti virtuosistici; nel canto, l'improvvisazione ornamentale è lasciata alla discrezione dei cantanti e questo, a volte, dà luogo a virtuosismi fine a se stessi.
Per grandi linee, possiamo definire tre tipologie di indirizzo: lo stile concertante italiano, lo stile contrappuntistico tedesco e lo stile strumentale francese; in questa tripartizione distinguiamo, poi, la produzione strumentale da quella vocale.
Lo stile italiano presto si afferma in tutta Europa: il concerto grosso, il concerto solistico, la cantata sacra, l'oratorio, l'opera, sono modelli e fonte di ispirazione per molti autori. Nei paesi dell'area tedesca sorgono importanti scuole dove il contrappunto raggiunge altissimi livelli. La Francia vede l'affermarsi di nuove forme autonome; in campo strumentale la suite di danze sostituisce il concerto grosso, in campo teatrale si sviluppa la "tragédie-lyrique", che obbedisce a regole metriche più rigide rispetto al recitativo italiano.
Tra i musicisti più rilevanti di questo secolo e mezzo di storia, ricordiamo capiscuola quali: Carissimi, Corelli, Vivaldi, Monteverdi in Italia, Rameau e Couperin in Francia, Buxtehude e Telemann in Germania, Purcell in Inghilterra.
Fra tutti giganteggiano Bach e Haendel.