“L'analfabeta”: racconti autobiografici, in cui Agota Kristof, nata in Ungheria nel 1935 e da lì fuggita nel 1956, parla di sé, della sua vita sradicata e del difficile rapporto con la scrittura, fin da quando, a quattro anni, leggeva tutto ciò che le capitava tra le mani.
La storia si segmenta in capitoli, ciascuno dedicato a una fase del cammino della scrittrice: l'infanzia felice, la miseria, la fame e la solitudine in collegio, la morte di Stalin, la fuga a rischio vita con il bambino piccolo, la “lotta accanita e lunga” con la lingua del tutto sconosciuta in una terra straniera, il lavoro in fabbrica eccetera, eccetera.
Mi piace la scelta di fare dei racconti come sequenze, come quadri brevi, fulminanti. Lasciando degli spazi e un silenzio tra l'uno e l'altro. Questo per un verso “salta” la linearità cronologica e naturalistica alle storie; per un altro ne mantiene la loro unitarietà.
A questo si aggiunga la forza delle cose raccontate, a cui la sobrietà dello stile stringato ed elementare dà (una naturale) risonanza poetica.
Agota Kristof. L'analfabeta. Racconto autobiografico. (L'analphabète. Récit autobiographique). Traduzione di letizia Bolzani. Casagrande. Euro 10.00.