11 gennaio 2012

"Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer

di Emilio Michelotti


Forse la Storia disperderebbe se stessa se ogni piccola comunità scrivesse la propria. Ma certamente sarebbe più autentica, “illuminata”, se la memoria potesse risalire al momento in cui ogni cosa ha avuto il nome.

L’originale romanzo di Foer è come un brano musicale nel quale un’armonia prodigiosa riscatti una consunta melodia. Si tratta, infatti, di un viaggio dall’America all’Ucraina, intrapreso da un giovane ebreo alla ricerca del passato.

Ma il tempo, ormai, è come ingoiato dalla dannazione e dal rimpianto.

Insieme a un coetaneo ucraino, il giovane si muove (con un vecchio e un cane puzzolente) in una terra di confine fra due mondi, ebraico e “umano”, dove l’umano non è che cancellazione di una realtà viva perché – e finché – consegnata alla memoria.

I personaggi levitano a mezz’aria come in un dipinto chagalliano, col loro carico d’allegria sensualità dolore morte. Piccole ritualità yiddish, pogrom, avvenimenti mirabolanti o prodigiosi, ampliati e magnificati da continue rielaborazioni e riscritture, cicli di eventi di secolare contemporaneità, incoerenti spezzoni dall’incastro perfetto si susseguono e incalzano chi legge. Pagine esilaranti si alternano a brani di altissimo contenuto poetico. La neonata salvata dalle acque (bis-bis-bis-bisnonna di Alex, il giovane ucraino co-narratore della storia – perché il libro è anche un romanzo sul romanzo) diventa una fanciulla di rara bellezza e sapienza. Il bisnonno dal braccio paralitico conquisterà ogni donna in virtù di questo e di una impossibilità fisica a raggiungere il coito (antefatti come presagi dello sterminio futuro, io credo).

Gli eventi tornano su se stessi, in una circolarità inquietante: vecchie foto diventano prova della magia contenuta nel reale e, al contempo, dell’apparenza di questo e dell’appartenenza dei fatti alla memoria e solo a questa. Sorprendente, accattivante, commovente, divertente. Enigmatico e paradossale per l'ossessiva ricerca di senso nella non-verità.


Jonathan Safran Foer – OGNI COSA E’ ILLUMINATA – Guanda, le Fenici, 2002-2010 p. 330



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