27 luglio 2009
"Il piacere di pensare" di James Hillman
di Gianni Quilici
Un libro da consigliare a chi si vuole avvicinare “più gradevolmente” ad un pensiero complesso e molto intrigante come quello di James Hillman.
Perché è un colloquio con una filologa e antichista: Silvia Ronckey, che interagisce davvero con Hillman, rilanciando le questioni.
Perché il libro è ben fatturato: dalla scelta dei caratteri al tipo di carta, dalla copertina alla disposizione delle note...
Perché, e sopratutto, per i temi che affronta, che ti costringono a metterti in discussione, in quanto Hillman ha un pensiero al tempo stesso concreto, profondo, dinamico, aperto.
I contenuti trattati sono diversi e qui non si può che richiamarli, schematizzandoli.
Proviamo a raccoglierne alcuni.
Primo: l'anima non è solo dentro di noi, ma anche fuori di noi. La psiche è tutt'intorno a noi. E ci parla attraverso metafore. Il giardino, per esempio, ci suggerisce metafore della nostra vita: la caduta delle foglie, lo schiudersi dei germogli, il movimento dell'acqua tra le rocce.
Secondo: l'anima parla anzitutto per immagini. I nostri sogni non dicono “paura” e “sesso”. Nei sogni incontriamo eventi ed immagini.. La psicologia deve essere prima di tutto uno studio dell'immaginazione. L'immaginazione è la base della psicologia.
Terzo: una teoria dell'educazione passa attraverso i piaceri del pensiero, la passione delle idee, l'erotismo della mente. Il pensiero è però anche duro lavoro. Piacere del rigore. Cercare di farsi strada sul pensiero della chiarezza. Correggersi. Cercare riferimenti, controllare, leggere anche libri difficili. Spesso invece l'educazione è basata sul divertimento, anziché sul piacere.
Quarto: l'origine dell'anima è misteriosa. Noi abbiamo dalla Storia dei miti. Tutte le nostre storie sono anche loro dei miti. Da qui la necessità di imparare il valore dei miti e di pensare miticamente. Di avvertire il senso di pressione che ci fa sentire spinti o chiamati ad andare oltre, a fare più di quanto il nostro sé umano vorrebbe.
Quinto: vivere nel tempo significa vivere dentro il presente, non l'istante segnato dall'orologio, ma l'interferire di molte possibilità in una scelta. Accogliere l'abbraccio del molteplice. Non dimenticare il passato, ma non nascondersi dietro di esso. Ci sono orrori commessi dai nostri governi, dalle nostre forze dell'ordine, dagli affaristi e dai banchieri, dagli scienziati nelle nostre società. Sono queste le nostre sfide etiche.
Sesto: occorre portare il fuoco dei nostri obiettivi sui principi della Bellezza e della Giustizia, perché altrimenti l'azione politica diventa povera, nichilista, cattiva e perfino diabolica.
Questi sono alcuni dei temi che attraversano la conversazione, ma ce ne sono altri: gli incontri, la sofferenza, la reminiscenza, il destino, la scrittura, la salute psichica, la depressione, la globalizzazione, la vecchiaia, Genova e l'11 settembre.
Ciò che emerge è un pensiero, in ultima analisi, politico, che serve oggi ad una Politica che voglia essere all'altezza dei Tempi. Un pensiero che vuole superare l'economicismo (sentire le finalità dell'esistenza in termini sopratutto economici), ponendo due valori, che attraversano l'economia, ma indirizzandola verso un orizzonte universale: la Giustizia e la Bellezza.
Ci sono (stati) nella politica italiana forze politiche e uomini politici, che tengono conto di queste tematiche? Sì ci sono (stati). Da Gramsci all'ingraismo, dal manifesto a Nichi Vendola. Il fatto che nessuno di questi sia riuscito a diventare maggioranza, ma quasi sempre una minoranza (esigua) della stessa sinistra è forse il punto non ineludibile a cui sarebbe necessario rispondere.
James Hillman. Il piacere di pensare. Conversazione con Silvia Ronchey. BUR Rizzoli. Pagine 171. Euro 7,00.