08 luglio 2009

“Il responsabile delle risorse umane” di Abraham B. Yehoshua


di Gianni Quilici

Ci sono romanzi che sono grandi avventure.
Pensi: chi l'ha scritto non ha semplicemente scritto, ma ha immaginato, sofferto, gioito, desiderato, viaggiato fuori e dentro di sé, un sé multiplo di tanti e tante.
Ed allora senti che il libro ha un peso ed una dilatazione nel tempo e nello spazio, che chi l'ha scritto ha vissuto almeno due volte: una, in qualche modo, vivendo; l'altra scrivendolo, perché nello scrivere ci può essere addirittura una espansione fantastica ed intellettuale più grande della vita quotidiana stessa.

Questa è la sensazione che mi ha lasciato “Il responsabile delle risorse umane” di Abraham B. Yehoshua.
La storia?
Un attentato nel cuore di Gerusalemme.
Tra le vittime una donna senza documenti.
Il cadavere resta nell'obitorio per una settimana.
Chi era Julia Regajev? Cosa era venuta a cercare da un paese lontano a Gerusalemme?
L'azienda per cui lavorava, che non si era accorta della sua assenza, viene accusata di “crudele mancanza di umanità” da un settimanale locale.
Il vecchio direttore dell'azienda vuole riparare, nel migliore modo possibile, questo torto. Tocca al “responsabile delle risorse umane”, divorziato da poco da una donna acidissima, a torto o a ragione, con in più una figlia che soffre questa situazione, mettersi in gioco più volte fino ad un finale sorprendente.

Nel romanzo ci sono tanti temi: la colpa e il desiderio di espiazione, la fatica ad uscire da sé e la fascinazione verso una donna sconosciuta, il viaggio come progressiva scoperta di una terra lontana e totalmente diversa e una serie di scelte sempre più radicali fino a quella finale imprevedibile e sovversiva, perché pone al centro un'altra logica, un modo diverso di guardare il mondo.

Yehoshua è un grande narratore di tipo analitico, moderno ed insieme antico.
Antico, perché interessato a costruire una storia con dei personaggi, a svilupparla con tutti gli ingredienti: narrazione in soggettiva e in oggettiva, spazi, tempi, dialoghi ecc.
Moderno, perché tutto è essenziale, niente è decorativo o semplicemente descrittivo; e perché introduce, in corsivo, altri sguardi, che, in certi casi, assumono una funzione “poetica” o quasi dichiaratamente “lirica”.

L'aspetto che a me pare notevole del romanzo è fornire ai personaggi una caratura psicologica così profonda, articolata e, alla fine, “alternativa” da far sortire da essi grandi temi, che diventano metafore morali e insieme anche politiche.

Prendiamo due personaggi.
Il responsabile delle risorse umane. Lo troviamo all'inizio scrupoloso, ma anche distratto; sensibile, ma anche insofferente; disponibile ma anche incattivito... in una parola “solo” e “chiuso”, separato a se stesso e al mondo. Ecco che quasi impercettibilmente si trasforma: incontra, scopre, è costretto, si domanda... fino a scelte improvvise, nette e radicali che cambiano il sé ed il suo punto di vista sul mondo.
E, come contraltare, un altro personaggio, Julia Regajev, la donna delle pulizie. All'inizio una delle tante vittime del terrorismo, acquista un ruolo via via sempre più centrale agli occhi del “responsabile”, perchè la scopre singolarmente bella e buona, colta e disponibile, coraggiosa e, suo malgrado, seducente. Eccola diventare sempre più una sorta di simbolo misterioso (si rifiuta di vederla) e irraggiungibile di estetica e di moralità, che ha una continuità sopratutto nel figlio, ma anche nella vecchia madre e, per certi versi, nel suo popolo.

La grandezza di Yehoshua è di riuscire a procedere su due binari interconnessi, che alla fine si incontrano: un estremo realismo attento ai dettagli, che, per sua forza e quindi dall'interno, diventa metafora.
Metafora universale: la necessità di andare fino in fondo nell'assumersi le proprie responsabilità; la scoperta, l'apertura, la fraternità come conseguenza.
Metafora più immediatamente storico-politica: la responsabilità che dovrebbero assumersi Israele e, più in generale, i paesi ricchi e potenti nei confronti dei paesi più deboli. Una responsabilità che è trasformazione completa dei ruoli.

Abraham Yehoshua. Il responsabile delle risorse umane. Passione in tre atti. Traduzione di Alessandra Shomroni. Einaudi. Pag. 258. Euro 17,00.