Bellissimo racconto. Un pugile, Tom King, alla fine della sua carriera e con un brillante passato alle spalle, si trova, a qualche ora dal combattimento, nella sua casa con la moglie, i due figli a letto senza cena, a mangiare l'ultimo pezzettino di pane, turbato da un acuto senso di fame, senza quella bistecca, di cui avrebbe avuto bisogno e che non gli era stata data in credito.
Così dopo due miglia di strada fatta a piedi inizia quell'incontro fondamentale per conquistare quella trentina di sterline, che gli consentirebbe di mangiare e di pagare i debiti.
Jack London descrive con straordinaria acutezza analitica il combattimento, che ha come un doppio binario: i colpi ricevuti e, qualche volta, dati, con i loro effetti e risonanze e però anche la regia con cui il protagonista conduce i round contro un avversario non solo potente, ma molto più giovane: farlo spremere fisicamente, quasi unicamente difendendosi, per poi, persa egli l'energia iniziale, assestare qualche colpo micidiale... E per poco, per una bistecca mancata, lui pensa, non ci riesce.
Racconto esemplare, perché delinea dall'interno con un linguaggio asciutto e preciso di chi conosce bene la boxe, una parabola di dolore, ma anche di compassione e di empatia per altri, che solo ora il protagonista comprende.
Nel finale, esemplare, Tom ritorna a casa senza un soldo in tasca, debole, dolorante, stanchissimo, affamato, senza prospettiva alcuna, con la donna che lo aspetta per conoscere l'esito del combattimento. Allora, traversando un parco, “si lasciò bruscamente cadere sopra una panchina...Si coprì il viso e, piangendo, ricordò Stowsher Bill e come lo aveva ridotto quella sera d'un passato tanto lontano” Solo ora Tom King comprende perché allora Bill, il vecchio pugile, avesse pianto nel vestibolo.
Jack London. Una bistecca. Ortica Editrice Società Cooperativa. Pag. 31. Euro 2,50.
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