03 ottobre 2012

“Le parole perdute di Amelia Lynd” di Nicola Gardini



di Mirta Vignatti

Una sorpresa questo romanzo di Gardini, cui è stato assegnato il premio Viareggio-Répaci 2012. Un romanzo che fissa la sua “unità di luogo” in un condominio periferico della Milano degli anni '70, e delle beghe condominiali, della portinaia e delle meschine tipologie che abitano lo stabile fa lo scenario, il contesto nel quale si sviluppa la linea narrativa principale e l'idea forte del libro. 
Certo, l'inizio non mi è sembrato dei più felici, perchè la descrizione delle vicende condominiali non può -ahimè- non scivolare fatalmente negli stereotipi, nel luogo comune e nel triviale. In questo senso l'approccio forse era riuscito più pregnante nei primi romanzi di tipo per così dire “condominiale” che mi vengono in mente: “Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale e “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” dell'algerino radicato in Italia Amara Lakhous.
Ma il libro di Gardini inverte la rotta e decolla dal momento della comparsa di Amelia Lynd, la “maestra” e, sul finire, del figlio di costei. Gardini sa costruire con felice ispirazione il personaggio dell'anziana Amelia, con tutti i suoi misteri, fissazioni, dichiarazioni assertive, posizioni rigidamente critiche nei confronti degli italiani e dei decenni del nostro dopoguerra, fatti di compromessi e occasioni mancate. L'adolescente Chino, figlio della portinaia, capisce subito che solo attraverso l'aiuto della bizzarra nuova condomina può passare la sua maturazione, la sua crescita culturale, e prende a frequentarla con assiduità. 
Si sviluppa in queste pagine l'idea forte di questo romanzo di Gardini, che fa compiere al libro un importante salto di qualità. Perchè attraverso l'educazione culturale che Amelia Lynd sta impartendo al ragazzo, metaforicamente sta tessendo sulle sue spalle le ali di Icaro, che potrebbero farlo volare alto, al disopra delle meschinità e delle banalità della vita.
 Un messaggio che sarebbe piaciuto al Vincenzo Consolo di “Nottetempo, casa per casa”, dove si rifletteva come l'aspetto etico della letteratura elevi e maturi l'uomo politicamente e socialmente (“il dono della penna”, “il dono della parola”). Anche per Gardini le parole, i significati dietro le parole, la letteratura, la memoria come testimonianza (e c'è in questo senso una bellissima citazione da Leopardi) possono elevare gli uomini e arricchirli di senso civico, di capacità critiche, di virtù e di conoscenza. Un ottimo libro e, almeno in questo caso, un premio meritato.

Nicola Gardini. Le parole perdute di Amelia Lynd. Feltrinelli 2012.

 



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